Se ieri Matteo Salvini, notoriamente tifoso del Milan, aveva pronunciato alcune indiscrezioni sulla sua formazione politica (“Berlusconi non regista, non ne ho bisogno”), riprendendo quello che fu il Milan di Arrigo Sacchi (citati sia Mauro Tassotti che Angelo Colombo), oggi la stessa trasmissione radiofonica, Un Giorno da Pecora, intervista il costruttore di quel gruppo, Arrigo Sacchi.
Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, conduttori della trasmissione on air su Rai Radio2, chiedono una formazione non rossonera (che ha allenato tra 1987 e 1991, con uno sporadico ritorno tra 1996 e 1997), bensì quella del centrodestra. Salvini è il Van Basten della situazione: “il goleador”, lo definisce l’ex ct nazionale. “Mi piace, è uno più attivo di Balotelli, un goleador di sfondamento, alla Casiraghi”, dice del leader leghista.
Quanto al suo ex Presidente (del Milan), Silvio Berlusconi, il ‘mago di Fusignano’ (Sacchi, ndr), si ritiene d’accordo sullo spostamento a centrocampo: “Forse una volta poteva esser anche lui un bomber di sfondamento, ma ora è meglio passare in regia”. Ma su Angelino Alfano in porta, Sacchi non è completamente d’accordo: “Nelle uscite non mi sembra forte. Forse è meglio non farlo giocare e lasciarlo in panchina”. E se di fronte la porta, Toti (uomo Mediaset in Forza Italia) fungerebbe da stopper (scelta particolare per Sacchi che, rivoluzionando il calcio italiano ed europeo, pensionò la figura dello stopper), il ‘ribelle’ Fitto, invece, sarebbe l’Angelo Colombo della situazione: un “lottatore”.
Infine il giocatore di fantasia, un ruolo che Sacchi non ha mai apprezzato veramente. Il campione può esserci nel modulo, ma deve coesistere all’interno di questo, all’interno degli schemi del ‘profeta’. Rintracciata per questa posizione è Giorgia Meloni: “un’intuitiva”. Ma Sabelli Fioretti e Lauro non vogliono concludere con una formazione ordinaria e quindi chiedono di Matteo Renzi, esponente del Partito Democratico (non proprio di centro destra). Sacchi è sicuro: mezzapunta. “Lui è la speranza, si deve mettere al centro del gioco, lo farei trequartista e sposterei la Meloni sulla fascia”. Un ruolo praticamente mai ammesso nel rigido 4-4-2 in linea sacchiano. Ma si sa, non è mai troppo tardi per cambiare.