‘Golpe 2011’: Baldassarri “accusa” Tremonti
Cifre sballate, conti toppati. Deficit, debito/pil, crescita e disoccupazione, una serie di previsioni rivelatesi, alla prova dei fatti, completamente inattendibili. E così Mario Baldassarri – economista nonché ex viceministro dell’Economia dal 2001 al 2006 – svela le responsabilità del dicastero di via XX settembre nei fatti che portarono a quello che i berlusconiani hanno sempre definito come il “golpe 2011“. Un dicastero all’epoca guidato da quello che era considerato il grande rivale interno di Silvio Berlusconi: Giulio Tremonti.
Golpe 2011, le cifre sballate
Baldassarri – come sottolineato da Libero – affida la spiegazione ad un rapporto redatto per il Centro studi Economia, evidenziando quello che fu un vero e proprio “suicidio di governo”. L’ex viceministro spiega: “A settembre 2011 fu previsto a 25 miliardi di euro per il 2012. Praticamente a zero nel 2013 (-2 miliardi) e addirittura in avanzo per 3 miliardi nel 2014. I dati veri ci hanno invece dato un deficit che ha sfiorato (e sfiora) i 50 miliardi”.
Stessa situazione per altri indicatori, come per esempio crescita, disoccupazione e, soprattutto, il rapporto debito/pil: “Venne indicato ad aprile al 118 per il 2012 ed in riduzione al 115 e al 114 per cento nel 2013 e nel 2014. Siamo invece andati ben oltre il 130 per cento”.
Di chi è la colpa?
Baldassarri non fa esplicitamente alcun nome. Però sottolinea la stranezza di tali errori di calcolo, tali da far supporre cifre sballate “ad arte”. Più che coincidenze, quindi, sarebbero state un tentativo di mettere i bastoni tra le ruote del governo, agendo dall’interno: “Fu commesso un harakiri”.
Dal tradimento interno alla conflittualità tra Berlusconi e Tremonti, il passo è breve. Baldassarri però non si sbilancia: “Resta da capire se quel harakiri sia stato soltanto frutto di ingenuità od incapacità o, al contrario, un programma meditato e attuato dall’interno dello stesso governo che, presentando quei numeri, poneva tutte le basi per un urgente e necessario cambiamento di governo che desse un segnale di forte rottura con quei giochi contabili e quelle previsioni infondate e non credibili”.