Corruzione, all’Italia il triste primato in Europa. La valutazione è stata fatta da Transparency International attraverso il Corruption Perception Index 2014. Una valutazione arrivata prima dell’operazione “mafia capitale” che ci colloca al 69esimo posto della classifica mondiale. A farci compagnia, con lo stesso punteggio (43) Bulgaria e Grecia. Loro però qual cosina rispetto allo scorso anno l’hanno migliorata. Noi invece abbiamo confermato la nostra posizione e abbiamo addirittura rischiato di peggiorarla.
Corruzione, Italia peggio anche di Arabia Saudita e Turchia
Meglio di noi hanno fatto Arabia Saudita e Turchia. Ma anche Sud Africa, Kuwait. I nostri 43 punti, secondo il sistema di valutazione di Transparency, non ci garantiscono nemmeno la sufficienza per quanto riguarda la trasparenza. Male la Francia (26esima) che pure ha perso posizioni rispetto allo scorso anno.
Lontani i risultati di Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia. Loro sono i paesi virtuosi da provare ad imitare che si sono confermati sul podio della speciale classifica. Poco peggio hanno fatto Svezia, Norvegia e Svizzera in materia di trasparenza. Fuori dalla top ten, anche se per poco, la Germania che si è classificata 12esima dietro all’Australia. Ancora più dietro Stati Uniti e Spagna. Male anche la Cina che ha perso 20 posizioni: ora è solo 100esima. A chiudere la classifica dei 178 paesi analizzati da Transparency International, Iraq, Sud Sudan, Afghanistan, Sudan, Corea del Nord e Somalia.
Una classifica stilata in base al parere di esperti di varie organizzazioni: Banca Mondiale, Banca africana per lo sviluppo, Fondazione Bertelsmann ed altre. Esperti che in base alle loro valutazioni hanno permesso una valutazione di ogni singolo Paese con un voto tra lo 0 ed il 100. Transparency International insieme alla classifica ha pubblicato un rapporto nel quale chiede a tutti i Paesi di attuare provvedimenti più efficaci per contrastare il riciclaggio di denaro.
Transparency International Italia presenta ALAC
Oggi Transparency International Italia presenta ALAC, l’innovativo servizio Allerta Anticorruzione. Un servizio che ha l’obiettivo di portare alla luce i casi di corruzione. Le vittime della corruzione sono, oltre allo Stato, i cittadini: ne risente la qualità dei servizi. Proprio per questo ci si aspetta che siano proprio i cittadini a denunciare i casi di corruzione.
Ma l’Italia sembra ben lontana dall’obiettivo. Come confermato dalle parole Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia: “Il CPI 2014 evidenzia come il nostro Paese non sia ancora riuscito a intraprendere la strada giusta per il suo riscatto etico. Non possiamo restare fermi a guardare ancora per molto, mentre invece altri Paesi fanno progressi: come cittadini possiamo e dobbiamo essere parte attiva nella lotta contro la corruzione”.
Ma Carnavali si è detto tutto sommato ottimista sulle possibilità di miglioramento dell’Italia: “Per questo motivo abbiamo dato vita al servizio Allerta Anticorruzione – ALAC, per tutti coloro che vogliono segnalare un caso di corruzione ma sono spaventati o sfiduciati dalle istituzioni. Noi possiamo aiutarli facendo in modo che il caso venga allo scoperto, superando così il muro di impunità che ancora oggi protegge i corrotti”.
Una cultura, la nostra, che può e che deve migliorare. I dati di Barometro Globale della Corruzione parlano chiaro: solo il 56% degli italiani sarebbe disposto a segnalare casi di corruzione. Anche qui il resto del mondo ci guarda dall’alto: la media globale è del 69%. I motivi che frenano i cittadini italiani sono vari: dalla paura alla sfiducia nelle istituzioni. In troppi restano convinti del fatto che nulla possa cambiare.
Alac, con l’intento di facilitare le segnalazioni da parte dei cittadini, punta forte sull’aiuto di Globaleaks. Un software che permette ai cittadini che decideranno di inviare le proprie segnalazioni su casi di corruzione di rimanere nell’anonimato.
La corruzione si alimenta con la burocrazia
La corruzione trae giovamento dalla immensa mole burocratica che già frena il nostro paese. È di questo avviso il Presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello: “Occorrono azioni volte a semplificare il rapporto tra Pubblica Amministrazione e impresa, consentendo il contatto immediato attraverso il pieno utilizzo delle potenzialità offerte dai sistemi digitali”. A riguardo è speranza di tutti che qualcosa possa migliorare grazie alle idee del ministro Marianna Madia approvate dal Consiglio dei Ministri riguardo la semplificazione.
La corruzione è un freno alla crescita. Lo sa bene Marcella Pannucci, Direttore Generale di Confindustria: “La diffusione di questo fenomeno altera il regolare andamento della concorrenza con gravi ripercussioni sull’economia del Paese”. Consapevole la Pannucci che “anche il sistema delle imprese deve fare la sua parte e assumersi la responsabilità di promuovere la cultura del rispetto delle regole, come ribadito in più occasioni dal Presidente Squinzi”. In accordo a quanto detto dal Direttore Generale di Confindustria, Dardanello: “È indispensabile aumentare i grado di consapevolezza del fenomeno e fornire agli imprenditori degli strumenti semplici per prevenirlo”. A tal proposito aggiunge: “Per questo motivo abbiamo voluto sviluppare, assieme a Transparency International Italia, un manuale anticorruzione per micro e piccole imprese: far crescere la cultura e la buona informazione sulla legalità è un nostro obiettivo irrinunciabile”.