Voto di fiducia, è già record per il Governo Renzi. Nessun Governo ne ha mai posti tanti. A dirlo sono i dati raccolti da Openpolis dal 1996 ad oggi che ha preso in esame gli ultimi undici esecutivi alla guida del nostro Paese.
Senz’altro decisivo il trittico di fiducie posto sulla Legge di Stabilità. Un metodo, quello di mettere in cassaforte i provvedimenti del proprio Governo, al quale Matteo Renzi ha fatto ricorso già 29 volte. Il rapporto tra le fiducie poste e le leggi approvate è del 52,73%. Una percentuale che sale al 74,3% se dalle leggi approvate si tolgono le 16 ratifiche di trattati internazionali che, come fa notare Openpolis, “hanno ben poco valore politico e un esito abbastanza scontato”. Ma le fiducie rischiano anche di aumentare viste le pendenti questioni del Jobs Act e dell’Italicum: riforme sulle quali Renzi sembra abbastanza deciso a voler attuare e non poca fretta.
Il precedente record del Governo Monti
La causa delle troppe fiducie è da ritrovare sicuramente nel precario equilibrio interno al Pd e alla maggioranza. Un equilibrio precario che in passato aveva già segnato le sorti del Governo di Romano Prodi che pure, in quanto a provvedimenti approvati con voto di fiducia, non si era mai spinto a tanto: 9,07% al primo esecutivo, 33,93% al secondo.
Renzi ha superato i Governi Berlusconi che dal 5,58% della prima esperienza non sono mai andati oltre 16,42% all’ultima. In difesa dell’ex Cavaliere, Simone Baldelli di Forza Italia, vicepresidente della Camera: “Oggi i vecchi detrattori dei governi Berlusconi dovrebbero ammettere che gli esecutivi guidati dal Cavaliere sono stati migliori di quelli che li hanno seguiti e preceduti”.
Ma l’attuale esecutivo ha battuto anche il precario esecutivo di Enrico Letta: 9 volte fece ricorso al voto di fiducia su un totale di 37 leggi approvate. Il vecchio primato, ormai battuto, era detenuto dal governo tecnico presieduto da Mario Monti: 51 voti di fiducia su 113 provvedimenti approvati, per una percentuale pari al 45,13%.
Renzi verso una forma di presidenzialismo come Berlusconi
Per i suoi detrattori, Matteo Renzi si starebbe spingendo verso una forma di presidenzialismo. È di questo avviso Pino Pisicchio del Gruppo misto, che sottolinea come tale processo di “presidenzializzazione” sia stato già iniziato da Berlusconi. Sarebbe dunque necessaria una riforma della Costituzione “oppure il Parlamento resterà, come è di fatto adesso, un mero organo di ratifica dei provvedimenti dell’esecutivo” aggiunge Pisicchio.
Una esagerazione nel ricorso al voto di fiducia anche secondo la corrente bersaniana del Partito Democratico. Alfredo D’Attorre dice: “Credo sia il momento di fissare dei paletti escludendo, ad esempio, che la fiducia non possa essere chiesta su leggi delega”.
Voto di fiducia già pende su Jobs Act e Italicum
Alle porte, come detto, ci sono le approvazioni della legge elettorale e delle riforme costituzionali. Temi delicati sui quali il Parlamento non può non far valere il proprio giudizio. Un giudizio che, anche secondo esponenti del Pd, non potrebbe sottostare ad un voto di fiducia. In merito D’Attorre aggiunge: “Mi auguro che il governo dimostri un atteggiamento rispettoso delle prerogative delle Camere”.