Sarebbe stata l’alta velocità a ridurre in fin di vita Jules Bianchi, lo sfortunato pilota della Marussia rimasto coinvolto in uno spaventoso incidente che ha fatto tornare di moda il tema della sicurezza in Formula 1. Secondo la commissione della Fia, istituita appositamente per chiarire i motivi del terribile impatto, il francese correva troppo.
RESPONSABILITA’ – Mentre Bianchi pare stia reagendo piuttosto bene al lunghissimo ed incerto percorso riabilitativo, negli ambienti federali sta venendo a galla qualcosa sull’incidente di Suzuka. L’inchiesta, che ha voluto cercare eventuali responsabilità tra i commissari di pista nipponici, ha anzitutto precisato che lo sfortunato pilota ‘non avrebbe rallentato a sufficienza’, nonostante ‘condizioni dell’asfalto proibitive dovute alle abbondanti piogge’. Nel fascicolo emerge inoltre con chiarezza che ‘i commissari di pista hanno agito rispettando le norme previste’, andando a smentire ogni loro ipotesi di responsabilità. Rimangono comunque, molti aspetti oscuri: uno su tutti, l’utilizzo della safety car in quel delicato momento della gara.
SICUREZZA – La Federazione Internazionale in soldoni, attribuisce la causa dell’impatto contro la gru ad una condotta un po’ ‘spregiudicata’ di Bianchi, oltre che a tanti altri elementi, tra i quali la pioggia. A Suzuka le abbondanti piogge sono una costante, e nella storia della Formula 1 spesso è capitato di assistere a gran premi sicuramente spettacolari per pubblico e telespettatori, ma altamente pericolosi per piloti e meccanici. Sul punto, la commissione ad hoc propone di ‘rivedere il calendario’, andando a depennare eventuali tappe durante le stagioni di pioggia.