In Norvegia la disoccupazione resta bassa. In Danimarca non è ancora tornata ai livelli pre-crisi. In Svezia il Pil cresce un po’ più del previsto. In Finlandia la gente continua a nutrire pessimismo. In Islanda per chi ha più di 50 anni è difficile ritrovare lavoro. In Scandinavia disoccupazione ed economia entrano nella vita di tutti i giorni e incidono in modo diverso a seconda del sesso, dell’età e del luogo dove si vive.
Migliaia di nuovi posti di lavoro in Danimarca
In Danimarca aumentano coloro che hanno un posto di lavoro: tra agosto e settembre si sono contate 3.400 persone in più con un impiego. In Danimarca lavorano oltre due milioni e mezzo di individui. I nuovi posti di lavoro sono stati creati soprattutto nel settore privato. Il mercato del lavoro danese non è ancora tornato ai livelli pre-crisi, ma secondo gli analisti è sulla strada giusta.
La disoccupazione in Norvegia
In Norvegia, il tasso di disoccupazione è rimasto più o meno lo stesso: nel terzo trimestre dell’anno, il centro statistico del paese ha registrato un aumento dello 0,2 per cento che ha portato l’asticella dei senza lavoro al 3,7 per cento. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, però, la Norvegia ha registrato un aumento delle persone con contratti full-time: 52.000 in più, con una crescita che si è fatta sentire soprattutto tra le donne, le quali però registrano un ritardo rispetto agli uomini in questa speciale classifica. I dati del terzo trimestre dicono infatti che l’87 per cento dei maschi ha contratti full-time, contro il 63 per cento delle donne.
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I lavoratori over 50 in Islanda
In Islanda invece sono gli over 50 a rischiare di finire fuori dal mercato del lavoro: chi perde il proprio impiego, difficilmente ne trova un altro nonostante abbia qualifiche a sufficienza per essere riassorbito. I datori di lavoro preferiscono assumere persone più giovani, anche se le statistiche mostrano come i dipendenti compresi nella fascia d’età tra i 18 e i 30 anni si assentino per malattia più di quanto facciano gli over 50.
Cresce il Pil della Svezia
In Svezia, nel terzo trimestre il Pil è cresciuto del 2,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Confrontato con il secondo trimestre, il terzo segmento del 2014 ha fatto registrare una crescita dello 0,3 per cento, un decimale in più delle previsioni. A tirare è soprattutto il mercato interno, con la ripresa dei consumi: mentre le esportazioni e gli investimenti stentano, infatti, a ottobre le vendite al dettaglio sono cresciute del 4,5 per cento rispetto a dodici mesi prima. La Svezia ha rallentato negli ultimi mesi ma continua a far registrare performance migliori rispetto ai concorrenti europei. Stoccolma ha però le sue preoccupazioni, a cominciare da quel rischio deflazione che a fine ottobre ha spinto la Banca Centrale a portare i tassi di interesse al minimo storico.
In Finlandia c’è pessimismo
In Finlandia, invece, a novembre la fiducia dei consumatori è leggermente aumentata ma nel paese si continua a respirare un’atmosfera cupa fatta di timori e incertezze. Per rendersene conto basta dare uno sguardo alle statistiche: il 26 per cento dei finlandesi nutre maggiori paure per il proprio impiego, l’8 per cento crede che rispetto ai mesi scorsi ci siano meno rischi, il 47 per cento ritiene che la situazione non sia cambiata rispetto ai mesi scorsi e solo un finlandese su cinque non pensa che il proprio posto di lavoro sia minacciato dalla crisi economica.