I tassi sui titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona sono scesi ai minimi, ma il conto per Italia, Spagna, Irlanda, Grecia e Portogallo per quanto riguarda il pagamento degli interessi sul debito resta salato, con una spesa totale quest’anno di oltre 130 miliardi di euro, pari a circa un decimo delle loro entrate. Lo scrive il Financial Times, sottolineando che in termini assoluti sarà l’Italia nel 2014 a dover pagare la “bolletta” più alta: 78,7 miliardi. Segue a distanza la Spagna con 32,2 miliardi.
Dopo il Paese iberico c’è la Grecia con una spesa per gli interessi sul debito pari a 7,6 miliardi di euro, quindi Portogallo e Irlanda con un pagamento di circa 7,3 miliardi. Il quotidiano della City spiega che il conto complessivo da 133 miliardi è pari al 15,9% della raccolta dei cinque Paesi attraverso tasse dirette e indirette. La cifra in valore assoluto, sottolinea l’Ft citando le stime del Fondo Monetario Internazionale, è vista in progressiva crescita fino a raggiungere 161,1 miliardi di euro entro il 2018, ossia il 10,6% delle entrate complessive di Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda. In netto contrasto gli altri Paesi dell’Eurozona, che fra quattro anni utilizzeranno solo il 3,4% delle proprie entrate per pagare gli interessi sul debito.