Berlusconi lancia la sfida a Renzi: “Non posso abbandonare il mio popolo”

Pubblicato il 4 Dicembre 2014 alle 15:05 Autore: Felice Tommasino
silvio berlusconi forza italia

Berlusconi a tutto campo nello speciale dell’Huffington Post. Intervistato a Palazzo Grazioli, l’ex Cavaliere ha parlato di tutto: Renzi, il patto del Nazareno, le riforme, il Colle e la situazione del centrodestra.

Berlusconi: “Dissidi interni? Un teatrino”

Sulle fibrillazioni interne a Forza Italia, Berlusconi sembra abbia poco da dire. O quanto meno, sembra voler dire poco. Bolla tutte le discussione e le diatribe scoppiate soprattutto dopo il crollo di consensi alle ultime regionali come “teatrino”. Qualche parola in più sembra invece volerla spendere sulla situazione del centrodestra in generale: i nuovi equilibri che sembrano profilarsi soprattutto con l’ascesa della Lega Nord e di Matteo Salvini. L’ex Cavaliere parte da lontano: “Il centrodestra in Italia, come realtà politica, non è mai esistito, almeno dall’epoca pre-fascista. Solo con la mia discesa in campo nel 1994 è diventato un soggetto maggioritario nel paese” e aggiunge “Molti si attendevano che questo consentisse una trasformazione radicale dell’Italia. Anch’io lo avrei voluto, ma non è stato possibile per diverse ragioni: perché negli ultimi vent’anni noi abbiamo governato per meno della metà, e perché quando abbiamo governato le regole istituzionali, gli egoismi di alcuni alleati minori, le forti resistenze della burocrazia e del sindacato lo hanno reso impossibile”.

Analizza poi quella che è l’attuale situazione: “Una parte dei nostri elettori, delusa, si è rifugiata nell’astensione, mentre alcuni protagonisti politici, da Alfano a Salvini, hanno pensato che potesse essere venuto il loro turno” e precisa “Io non ho mai sofferto di ambizioni politiche” ma ammette “Non vedo nessun altro che possa esercitare una leadership in grado di unificare il mondo del centro-destra”.

berlusconi

Unire Salvini e Alfano appare impresa ardua se non addirittura impossibile. Ma Berlusconi pare fiducioso: “Purtroppo i politici italiani non riescono a fare a meno dei tatticismi. Pensano, sollevando barricate, di alzare il prezzo in una trattativa che, prima o poi, è inevitabile, se non vogliono condannare se stessi e tutta l’Italia di centro-destra ad essere minoritaria per sempre”. A supporto del proprio ottimismo, Berlusconi fa notare: “ Lega ed Ncd governano insieme regioni importanti come la Lombardia e il Veneto, che tra l’altro è prossimo alle elezioni, e tante amministrazioni locali. Vuol dire che questa presunta incompatibilità non è poi così definitiva”. E inoltre aggiunge: “Fra pochi mesi in Veneto si vota: non mi risulta che Lega e Ncd abbiano deciso di perdere”.

Berlusconi: “Astensionismo causato da democrazia sospesa”

Oltre alle fratture interne al centrodestra, ci sarebbero altri fattori, secondo Berlusconi ad aver allontanato l’elettorato moderato della politica: “Sono delusi da questa politica e da questi politici che profittano dei soldi pubblici, che non trovano soluzioni concrete ai loro problemi, che si perdono in litigi e liturgie incomprensibili”. Inoltre “C’è una forte preoccupazione per il proprio futuro, c’è la paura di dover perdere il proprio benessere, il proprio lavoro, la paura di non trovare un lavoro per i propri figli”.

Ma la causa principale è secondo Berlusconi la “condizione pericolosa e inaccettabile di democrazia sospesa”. A riguardo l’ex Cavaliere aggiunge: “Una condizione nella quale il leader di uno dei due schieramenti in campo non può fare campagna elettorale, non può muoversi sul territorio nazionale, non può stare in mezzo alla gente, non può neppure dire quello che pensa, è privato del suo diritto di voto, del diritto ad essere votato, è privato della sua libertà”.

Berlusconi esclude primarie nel centrodestra

Berlusconi conferma la propria contrarietà alle primarie per eleggere il leader del centrodestra: “Io sono convinto che le primarie siano un pessimo strumento per la scelta dei candidati leaders. Penso che ogni movimento politico debba proporsi ai cittadini presentando i suoi programmi e i suoi candidati. Se vi convincono, votateli”. E precisa inoltre: “Questo è il linguaggio dell’onestà e della chiarezza in virtù del quale i moderati italiani da vent’anni hanno scelto e ancora scelgono, senza bisogno delle primarie, un leader del centro-destra che si chiama Berlusconi”.

Esclude anche la possibilità di una estromissione del dissidente Fitto da Forza Italia. L’ex Cavaliere ammette: “La verità è che in trent’anni di imprese e in vent’anni di politica io non ho mai cacciato nessuno. Forse è stato un errore, in qualche caso avrei dovuto farlo, ma, francamente, non ne sono capace”.

Non trascura poi il forte astensionismo rilevato alle regionali. Un monito, secondo Berlusconi, anche all’esecutivo: “È un segnale per il governo, certamente, che dimostra che una parte importante del Pd, non solo fra i dirigenti, ma anche fra gli elettori, non è d’accordo con quel che è ora il partito che hanno sempre votato”.

Renzi e l’agibilità politica

E non fa mancare i soliti elogi al premier Matteo Renzi: “È giovane, è dinamico, è un formidabile comunicatore” però sottolinea: “Ha anche il vantaggio di avere una discreta dose di cattiveria che a me, per esempio, manca del tutto”.

berlusconi

Sul suo ritorno in campo, Berlusconi attende l’esito del ricorso presentato alla Corte europea dei Diritti dell’uomo contro la condanna per frode fiscale e dichiara: “Io sono certo, certissimo, che presto sarà l’Europa a restituirmi quell’onore e quei diritti politici che mi sono stati incredibilmente e inaccettabilmente sottratti. E allora sarò in campo, a tempo pieno, per vincere. Ma già da oggi il silenzio è finito” e aggiunge “se tacessi ancora, sarebbe, al contrario, un gesto di irresponsabilità, verso di me, verso la mia storia, verso chi mi ha sempre dato fiducia, verso tutti gli italiani”.

“Pensioni minime a mille euro”

Qualora venisse rieletto premier, Berlusconi sarebbe pronto a garantire “più soldi nelle tasche degli italiani, riducendo una volta per tutte i costi dello Stato e le tasse sulle famiglie e sulle imprese”. Perché dice: “Meno tasse significa più consumi e più investimenti, quindi più lavoro e più utili per le aziende, quindi più occupazione, a favore proprio delle categorie più deboli, come i giovani e le donne, ma anche delle persone di mezza età espulse dal mercato del lavoro e che oggi non riescono a ritrovare un’occupazione e sono ancora lontane dalla pensione”.

Tra i provvedimenti che ha intenzione di attuare l’ex Cavaliere ci è la “flat tax” che garantirebbe “una rivoluzione totale del nostro sistema impositivo, basato sull’aliquota unica per tutti, un’aliquota del 20 per cento e dunque molto inferiore alle attuali, e una “no tax area” al di sotto di un certo reddito”. Ribadisce poi: “L’altra cosa essenziale da fare subito è occuparsi degli anziani. Nessuno oggi può vivere dignitosamente con meno di 1000 euro al mese. Per questo aumenteremo immediatamente le pensioni minime, fino a quella cifra”.

“Per il Colle un nome condiviso”

Sull’elezione del Capo dello Stato, Berlusconi si aspetta da parte di Renzi “un percorso di condivisione il quale, al di là delle procedure che si seguiranno, consenta a questo Paese di avere un Presidente della Repubblica che non sia solo espressione della sinistra, come è stato con gli ultimi presidenti, ma sia una figura di massima garanzia e di rappresentanza di tutti gli italiani”. L’obiettivo è arrivare ad un nome condiviso: “Sono convinto che ci arriveremo, nel quadro di quella collaborazione istituzionale, che è diversa dalla convergenza politica, che si è avviata con il Pd sulle riforme”. Perché precisa: “È evidente che i due temi, poiché fanno entrambi parte delle regole e delle garanzie, non possono che andare di pari passo”.

Sui tempi dell’approvazione della legge elettorale, l’ex Cavaliere non sembra volersi opporre all’antecedenza paventata da Renzi rispetto all’elezione del Capo dello Stato: “Non mi sembra francamente una questione rilevante. Prima o dopo l’importante è che si realizzi una buona legge che non penalizzi nessuna delle parti in causa”.

Berlusconi: “Il Patto del Nazareno non riguarda le mie aziende”

Riguardo il possibile legame tra il patto del Nazareno e le sue aziende, Berlusconi dichiara: “non arrivo davvero ad individuare cosa potrebbe fare il governo per le aziende che ho fondato. Forse dovrebbe fare una sola cosa: far ripartire l’economia e quindi anche il mercato pubblicitario, del quale tutti i media vivono”.

Un anno difficile per Berlusconi

Esce senz’altro da un periodo difficile Silvio Berlusconi. L’ultimo è stato l’anno peggiore della propria carriera politica. L’ex Cavaliere non ha dubbi nell’individuare il giorno più brutto della sua esperienza politica: “Il giorno nel quale il Senato italiano, per la prima volta nella sua storia, ha votato l’espulsione di un leader politico capo dell’opposizione e del centro-destra dal Parlamento della Repubblica e l’ha fatto, violando la Costituzione italiana, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la prassi e le sue stesse procedure”. Aggiunge: “Una pagina vergognosa della politica italiana, decisa dalla sinistra, avallata dalle più alte istituzioni e subita senza reazione da chi, eletto con i miei voti, ha deciso, nonostante tutto questo, di continuare a collaborare con i responsabili di questa infamia”. E precisa: “Sono stati delusi e traditi milioni di italiani che oggi non credono più nella politica e che si rifugiano nell’astensionismo, perché chi avevano votato in nome di un programma e di un’alleanza, col chiaro mandato di contrastare la sinistra, si è comportato esattamente al contrario”.

Non è innamorato di Renzi, Berlusconi. Anzi, è più che mai deciso a sfidarlo. Una sfida che l’ex Cavaliere vorrà condurre in prima linea come leader del centrodestra, agibilità politica permettendo. Vuole farsi forza sul suo rapporto con il popolo: Renzi sottovaluta l’astensionismo, mentre lui, Berlusconi, ancora si commuove pensando alla sua gente. I suoi elettori, che l’ex premier non ha intenzione di voler abbandonare.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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