Chissà se tutte le promesse che Renzi ha fatto all’interno della cornice della Legge di Stabilità saranno mantenute. Impegni difficili, è noto. Adesso anche i tecnici del Senato della Repubblica notano alcune incongruenze, che non fanno altro che alimentare più e più dubbi sulla sostenibilità della Manovra.
Legge di Stabilità, la sfida di Renzi
La Manovra, disse Renzi alla presentazione della stessa, si finanzierà attraverso i tagli ai Ministeri. “Buona fortuna”, gli augurarono in più. E’ difficile riuscire ad ottenere una quindicina di miliardi da ulteriori tagli. Tanto più se non lineari. E così le iniziative governative, fra cui il taglio dell’Irap, il bonus neo mamme, gli 80 euro strutturali ed ultimo – ma non per questo meno importante – il Tfr in busta paga, formano una bolla talmente grande che pure i membri degli uffici politici ed economici del Senato non credono sarà facile coprire.
Sulla scuola, sostengono i tecnici nel dossier del servizio Bilancio, Renzi non fornisce elementi sulla platea interessata. Circa gli 80 euro, invece, si parla di una modificazione del gruppo ricevente. Anche il bonus bebè, il rientro dei cervelli dall’estero e la compensazione debiti-crediti sono centrali nella rilevazione degli uffici di Palazzo Madama.
Dubbi su Irap e Tfr
Ma i punti più ‘contestati’ a Renzi sono le poche informazioni circa l’Irap (abbattimento di una quota dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, misura a favore delle piccole e medie imprese) ed il Tfr (il Trattamento di Fine Rapporto, ex liquidazione, che il premier ed il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, vorrebbero porre all’interno della busta paga e non alla fine del rapporto di lavoro). Solo il tempo sarà giudice: da una parte l’intransigenza di Renzi, dall’altra i dubbi dei tecnici del Senato.
Daniele Errera