Regionali Puglia 2015, centrodestra nel caos
Conscio dell’ampio consenso personale (con oltre 280mila preferenze è stato il più votato in assoluto in tutto il Meridione nelle ultime europee) e forte dell’appoggio di circa un terzo dei parlamentari azzurri, Raffaele Fitto – la voce più critica all’interno di Forza Italia – parla ormai da aspirante leader. E lo fa rilanciando quella che ritiene, ormai da tempo, la soluzione più adeguata per permettere al partito di riemergere da una crisi politica ed elettorale che appare ancora senza via di uscita: le primarie.
“Ne abbiamo bisogno in Puglia come nelle altre regioni d’Italia – ha dichiarato Fitto al termine di un incontro con alcuni consiglieri regionali forzisti – per selezionare in un modo adeguato il nostro candidato e per rimettere in moto entusiasmo e partecipazione del nostro popolo”. Una sfida aperta alla coalizione avversa, che ha chiamato alle urne i suoi elettori pugliesi domenica scorsa, registrando una vittoria schiacciante del potente ex sindaco di Bari Michele Emiliano e un’affluenza superiore a centomila unità.
L’impegno di Fitto in queste ore è finalizzato proprio all’ottenimento di una data certa per poter svolgere le primarie anche in Puglia, che erano state inizialmente previste per il 23 novembre, e poi annullate in mancanza dell’accordo con il Nuovo Centrodestra. Ma stavolta il “mister preferenze” del centrodestra pugliese fa sul serio, puntando sulla solida struttura reticolare a cui può attingere. “Sono convinto che ci sono tutte le condizioni per poter avere una affluenza maggiore di quella del centrosinistra, perché abbiamo le potenzialità per poterlo fare”.
Regionali Puglia, i possibili duellanti per le primarie di centrodestra
Sono due, per ora, le personalità che hanno preso seriamente in considerazione l’ipotesi delle primarie di centrodestra, tanto da aver già cominciato entrambi la campagna elettorale. Il primo è Nino Marmo, attuale vicepresidente del Consiglio regionale, dove siede dal 1995. Politico di lungo corso, Marmo ha militato in Alleanza Nazionale fino alla nascita del Pdl, dove è confluito nel 2008 per poi seguire Berlusconi nella nuova Forza Italia.
L’altro candidato è Francesco Schittulli, medico chirurgo, tecnico prestato alla politica a partire dal 2009, quando accettò (e vinse) la sfida della candidatura alla presidenza della provincia di Bari. Schittulli (che sta girando la regione da due settimane in un tour di incontri tematici dal titolo “La Cura – GiroPuglia ‘14”) ha incassato il sostegno ufficiale degli alfaniani – che qui detengono un peso elettorale assai più consistente rispetto alla media nazionale – i quali però non sono disposti a cedere sulle primarie. “Non si possono fare più – ha dichiarato infatti Massimo Corsaro, coordinatore del Ncd pugliese – ed è inutile aspettare ancora: si è perso già troppo tempo”.
Fitto sa bene che strappare agli alleati le primarie appare al momento un’ardua impresa. Per questo, ha già chiarito che, anche qualora dovesse configurarsi una soluzione alternativa, non farà mai mancare il proprio sostegno leale al candidato sul quale cadrà la scelta finale.
L’ex enfant prodige del centrodestra pugliese, tuttavia, è altrettanto consapevole che per concretizzare le proprie ambizioni nazionali (e quindi per dimostrare il suo peso elettorale e le sue capacità organizzative) non può assolutamente fallire nella regione che lo ha eletto governatore a soli trentun anni, rallentandone però la parabola politica nel 2005, quando Nichi Vendola, all’epoca un outsider comunista semisconosciuto, riuscì – contro ogni previsione – a sconfiggerlo per poche migliaia di voti.
Nel frattempo, Fitto si è tolto tante soddisfazioni, tra cui la nomina a ministro degli Affari Regionali nell’ultimo governo Berlusconi e la già ricordata elezione a Strasburgo, conquistata a furor di popolo. Tuttavia, riprendersi – seppur indirettamente – la sua Puglia, costituirebbe per lui una rivincita ideale, l’occasione giusta al momento giusto per tentare una nuova ascesa. Dall’altra parte c’è una coalizione che va da Sel all’Udc, a capo della quale c’è Michele Emiliano, carismatico e trascinatore, convinto di asfaltare gli avversari. Per sconfiggerlo, il centrodestra non può minimamente immaginare di correre diviso come è successo in Calabria, cercando invece di aggregare il più possibile tutte le forze moderate, e contemporaneamente puntando su un candidato forte, in grado di assicurarsi un consenso trasversale che vada oltre le liste in suo sostegno. Ma all’interno della coalizione persistono ancora molti malumori, e più di qualcuno già affila le armi. Chiunque alla fine riuscirà a spuntarla, dovrà compiere sforzi non indifferenti non soltanto per vincere la sfida più impegnativa, ma anche per tenere uniti gli alleati.
Spunta il terzo incomodo
Nelle ultime ore, però il caos interno al centrodestra assume dimensioni preoccupanti. E così, tra favorevoli e contrari alle primarie, spunta il terzo incomodo: Enzo Magistà, direttore di Telenorba. Il nome che potrebbe rimettere insieme i cocci di un centrodestra pugliese sempre più in fibrillazione.