“Un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune”. Così, in una nota diffusa da Palazzo Chigi, il premier Matteo Renzi commenta la desecretazione degli atti su alcune delle stragi su cui era stato apposto il segreto di stato. Bologna, Ustica, Piazza Fontana, l’Italicus, Peteano, Piazza della Loggia, Gioia Tauro e il rapido 904. Questi gli episodi per i quali la presidenza del Consiglio dei Ministri, così come annunciato in un’intervista a Repubblica, ha disposto il “versamento anticipato di carte classificate in possesso di tutte le amministrazioni dello Stato”
Stamattina, in una riunione a Palazzo Chigi, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, e dell’ambasciatore Giampiero Massolo, direttore del Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza), il premier ha firmato il decreto con il quale vengono declassificati gli atti relativi alle più importanti stragi che hanno sconvolto la storia italiana del secolo scorso.
“Un importante contributo alla memoria storica del Paese – ha commentato Renzi – in nome della trasparenza” . I documenti verranno rilasciati seguendo un criterio cronologico (dal più antico al più recente). Sarà così possibile abbattere il “limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge prima di poter destinare una unità archivistica all’archivio centrale”. Decreto, quello firmato da Renzi, che arriva dopo la delibera del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, riunitosi lo scorso venerdì. Atti, documenti, informative che serviranno a fare luce sulle stragi che sconvolsero l’Italia e per i quali tutti i governi precedenti avevano confermato l’apposizione del segreto.
Una mossa, quella del premier, che non è piaciuta, però, ai grillini. In un post sul blog del leader del M5S, il responsabile comunicazione alla Camera, Nicola Biondo, rilancia e attacca: quello di Renzi è solo un “bluff” per attrarre “qualche voto in più”. Il deputato grillino paragona Renzi al presidente americano Reagan: “Ronald Reagan pur di farsi eleggere promise di rivelare la verità sugli UFO, e Berlusconi garantì la cura del cancro” scrive l’esponente pentastellato. “Il segreto di stato non è opponibile per legge nelle inchieste sulle stragi. Non esistono carte riguardanti le stragi che siano state negate ai magistrati – spiega Biondo – quelle di cui parla Renzi sono tutte arrivate nelle mani dei Pm nell’ultimo ventennio e, pur svelando qualcosa di importante, non hanno certo portato alla verità”.
Carte su cui non vigerebbe il segreto di stato, liberamente consultabili. L’ennesima “cinica televendita – dice Biondo – per dire qualcosa di sinistra”. Altra documentazione, invece, sostiene il deputato pentastellato, resterebbe “intangibile“. Gli atti su cui resta ancora il segreto di stato sono “i documenti Nato, quelli che parlano di accordi sulle basi militari, della presenza di testate atomiche in Italia, di interessi stranieri nel Paese o anche le carte che riguardano il Quirinale”.