Continua a serpeggiare il malumore all’interno del Movimento Cinque Stelle, dopo l’allontanamento dei parlamentari Artini e Pinna e la creazione di un direttorio composto da cinque componenti. E così il Movimento arriva alla manifestazione di Parma – indetta per domani dal sindaco ducale Federico Pizzarotti – con un livello di tensione molto alto. E più che di dissenso M5S si inizia a parlare di vere e proprie fratture, a partire dall’analisi di chi domani a Parma ci sarà e di chi ha deciso di non partecipare.
Dissenso M5S, presenti ed assenti a Parma
Oltre 350 partecipanti. Questa sarà la platea del dissenso M5S presente domani nella città ducale, secondo le cifre che iniziano a circolare. Tra i presenti “di peso” ci sarà il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, molto critico riguardo alle ultime espulsioni deliberate dal Movimento. Ci saranno anche alcuni parlamentari, come Giulia Sarti, Mara Mucci e soprattutto Walter Rizzetto, l’esponente grillino criticato per la partecipazione al programma di La7 Omnibus. Mancherà invece Massimo Artini, l’ultimo espulso, che ha annunciato forfait “per motivi personali”.
Nonostante le rassicurazioni di Pizzarotti – “Sarà la giornata dello statuto, non la giornata dei dissidenti” – tra gli assenti di spicco ci sarà, salvo sorprese dell’ultim’ora, anche il direttorio appena istituito da Beppe Grillo. A parlare è uno dei cinque esponenti, Roberto Fico, intervistato da Repubblica: “Se a Parma si presenta lo statuto della città, un’esperienza che può essere utile ad altri amministratori, non c’è niente di male. Se le cose stanno diversamente, lo vedremo”. E, confermando la bontà delle ultime espulsioni – “Chi è stato cacciato aveva tirato troppo la corda, si era messo fuori da solo” – aggiunge: “Grillo è e rimane in assoluto il garante dei 5 stelle”.
Mancherà anche Fabrizio Savani, consigliere comunale M5S di Parma: “Visti gli ultimi accadimenti forse il momento per un evento del genere non è dei migliori”. Sul tema degli espulsi va giù duro invece Massimo Bugani, consigliere pentastellato di Bologna e fedelissimo di Grillo: “Non chiamateli dissidenti” perché questa è una “parola che profuma di politica” mentre “i soggetti espulsi dal M5s o in procinto di essere espulsi dal M5s non hanno nulla a che fare con questo”.
Scissione M5S? Per Galardi è imminente
Non usa giri di parole invece Saverio Galardi, consigliere dimissionario M5S della Città Metropolitana di Firenze. Eletto appena due mesi fa, Galardi ha annunciato l’abbandono e – in un incontro in Palazzo Medici Riccardi a Firenze, al quale hanno partecipato anche altri consiglieri che hanno preso le distanze dal movimento, tra questi anche Antonio Ortolani e Marco Parolai – ha lanciato un appello ai cittadini, ai portavoce, agli attivisti e ai parlamentari per costituire un nuovo soggetto politico.
Durissime le accuse del giovane consigliere di Reggello: “la gestione autoritaria e apicale è in palese contrasto con il principio dell’uno vale uno e della democrazia dal basso”. E ancora: “un movimento che fa della trasparenza il suo cavallo di battaglia non ha mai divulgato la composizione del suo staff, chiarito quale sia il suo ruolo nel MoVimento e spiegato perché sia praticamente impossibile interfacciarsi nonostante le numerose comunicazioni inviate dagli attivisti e dai portavoce”.
Parole ribadite dallo stesso Galardi al Corriere della Sera: “La vecchia concezione Casaleggio-Grillo è al capolinea. I Cinque Stelle hanno trasformato i vecchi contenuti in propaganda, sono diventati autoreferenziali e hanno smesso di fare politica”. Per Galardi le ultime espulsioni sono “un altro esempio della deriva autoritaria del movimento”. E il nuovo soggetto? Conserverà “la democrazia diretta, la voglia di cambiare l’Italia pacificamente. Ma anche nuove idee”. E aggiunge: “Siamo ancora pochi, per ora, ma siamo sicuri che presto arriveranno tanti altri amici”.