Nel nuovo esecutivo di Kiev, varato una settimana fa, sono presenti tre ministri stranieri: un’americana, un georgiano e un lettone occuperanno dei dicasteri “chiave”. Nasce il ministero dell’Informazione.
Stranieri nei punti chiave
Natalia Jaresko, americana, Alexander Kvitashvili, georgiano, Aivaras Abramavicius, lettone, sono i ministri “stranieri”, rispettivamente delle Finanze, della Sanità e dell’Economia, presenti nel nuovo esecutivo ucraino. Sono stati voluti fortemente dal Presidente Petro Poroschenko che gli ha prontamente concesso la cittadinanza. In totale i funzionari “stranieri” nel nuovo governo saranno 25: il processo è stato sostenuto finanziariamente dalla Renaissance Foundation, organizzazione con sede a Kiev, che fa parte della costellazione di fondazioni che fanno capo al magnate americano George Soros.
Jaresko e Ambramavicius vengono dal settore degli investimenti privati. Dovranno affrontare una situazione fragilissima: secondo il Financial Times, per evitare il fallimento, Kiev ha bisogno di almeno una dozzina di miliardi di dollari in più rispetto a quelli forniti dal Fondo Monetario Internazionale e dagli altri donatori. Solo quest’anno l’Ucraina perderà 7 punti di Pil, la corruzione è ancora un problema, l’apparato industriale è stato praticamente distrutto dalla guerra nell’Est.
Ministero dell’Informazione
Un paese in guerra ha bisogno di trattare le notizie per questo Poroschenko ha voluto fortemente la creazione del ministero dell’Informazione. Quest’ultimo è andato a Yurij Stets, esponente del “Blocco”, partito presidenziale. Il provvedimento è accompagnato dall’imposizione della scorta per i giornalisti che si recano al fronte. La scelta è stata duramente criticata dalla stampa del paese: si teme che il paese non possa fare il tanto sospirato passo in avanti post-Yanukovich sul fronte dell’informazione. Poroschenko ha detto che la misura è temporanea senza, tuttavia, chiarirne la durata.
I confermati
Oltre al Premier, ancora una volta Arseniy Yatseniuk, sono rimasti al loro posto Pavlo Klimklin, agli Esteri, Stepan Poltorak, all’Interno, e Arsen Avakov, alla Difesa. I 4, oltre a godere della fiducia internazionale, sono stati giudicati i più adatti a mantenere l’equilibrio tra forze armate e gruppi volontari al fronte, e tra autorità e oligarchi, che hanno ancora in mano l’economia del paese, nella capitale.