Lewis A. Kaplan, giudice federale dello United States District Court for the Southern District of New York, ha ritenuto irregolare la sentenza inflitta per inquinamento contro la Chevron Corporation emessa da un tribunale in Ecuador. Il motivo? I documenti presentati dall’avvocato del gruppo degli agricoltori ecuadoriani, Steven R. Donziger, sarebbero stati falsificati e i giudici corrotti. Un duro colpo per tutto il Paese e, in particolare, per il proprio Presidente, Rafael Correa, che nello scorso autunno si era impegnato nella campagna mediatica denominata “La mano sucia de Chevron”, immergendo la propria mano all’interno di una pozza di petrolio della provincia di Sucumbíos e poi mostrandola, sporca di greggio.
Non si tratta di un periodo positivo per Correa, anche sotto il profilo politico: infatti, lo scorso 23 febbraio in Ecuador si sono svolte le elezioni amministrative, e i candidati del suo partito sono stati sconfitti nelle principali città del Paese. Sebbene il Movimiento Alianza PAIS sia la prima forza politica del Paese vincendo in 10 delle 24 prefetture e in 60 di più di 200 comuni, ha perso nella capitale ecuadoriana Quito e a Santa Ana de los Ríos de Cuenca, ovvero la terza città dell’Ecuador per numero di abitanti.
In termini di peso politico e d’opinione pubblica si è trattato di una sconfitta abbastanza pesante, soprattutto se si tiene conto del fatto che Correa aveva presentato le elezioni come una prova di forza per la “Revolución Ciudadana” contro i partiti di destra Creando Oportunidades (CREO) e Sociedad Unida Más Acción (SUMA). Tuttavia, a emergere sulla scena politica nazionale è stato soprattutto il Partido Avanza che, con queste elezioni, è diventato la seconda forza politica del Paese. Correa ha criticato la scelta dei dirigenti del proprio partito per non aver stretto un’alleanza nazionale con questo partito, data quella fatta già un anno fa per le elezioni presidenziali e parlamentari.
Il Presidente ha, quindi, annunciato dei cambiamenti ai vertici di Movimiento Alianza PAIS, ma considerare che l’esito elettorale sia dovuto limitatamente a strategie partitiche sarebbe riduttivo. Nel corso degli ultimi anni, infatti, il governo ha intrapreso delle scelte che hanno prodotto un certo malcontento consenso popolare, come lo sfruttamento del progetto Iniciativa Yasuní-ITT, il veto alla depenalizzazione dell’aborto in caso di violenza sessuale, il nuovo codice integrale penale e la sanzione al popolare caricaturista Xavier Bonilla, meglio noto come “Bonil”.