Jobs Act, Christine Lagarde promuove la riforma
Un endorsement “eccellente” al Jobs Act arriva da Christine Lagarde. La direttrice generale del Fmi ha promosso la riforma del mercato del lavoro del governo Renzi, intervenendo, questa mattina, all’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano.
JOBS ACT SUPERA IL “DUALISMO GENERALIZZATO” – Nel discorso tenuto nell’ateneo Meneghino, la numero uno del Fmi plaude sia all’“obiettivo di un nuovo contratto di lavoro a protezione gradualmente crescente” sia alle “politiche attive del mercato del lavoro”, che “prevedono aiuti affinché i disoccupati ricevano formazione e assistenza nella ricerca dell’impiego di cui hanno bisogno”.
Misure che, come ricorda Lagarde, sono volte a combattere il “dualismo generalizzato” tra gli insiders, che hanno un contratto a tempo indeterminato e sottoposti a maggiori tutele e gli outsiders, cioè quei precari assunti a tempo determinato e con minori garanzie.
LAVORARE SU CUNEO FISCALE E DISOCCUPAZIONE GIOVANILE – Comunque, la riforma da sola non basta a cambiare le cose. Per la numero uno del Fmi, essa deve essere accompagnata da misure che abbassino per le imprese il “carico fiscale” ai livelli della media europea. Il che potrebbe consentire il reinserimento di un numero compreso tra i 60.000 e i 130.000 giovani sul mercato del lavoro.
Proprio gli elevati costi del lavoro, così come la tutela dei lavoratori con un contratto a tempo indeterminato, secondo Lagarde, non hanno favorito l’assunzione dei giovani, alimentando la disoccupazione giovanile. “Se i disoccupati potessero formare una propria regione sarebbe quasi grande quanto l’Umbria, 700.000 persone”, ha sottolineato la numero uno del Fmi, che si è concessa una battuta: “numeri che farebbero accigliare la Monna Lisa, non farla sorridere!”.
GIUSTIZIA E SISTEMA BANCARIO ALTRE PRIORITÀ– Oltre alla riforma del mercato del lavoro, però, l’Italia deve premere l’acceleratore su altri due obiettivi: una riforma della giustizia e una del sistema bancario “per renderlo più forte nel sostenere la ripresa soprattutto nel settore delle piccole e medie imprese”.
Nel primo caso, Lagarde si riferisce alle tempistiche di risoluzione delle controversie, che si aggirano attorno ai 300 giorni. Un periodo troppo lungo, che inficia sull’efficienza giudiziaria e allontana gli investimenti. A proposito, la rappresentante del Fmi approva “il processo civile telematico” che ha favorito “la produttività e la responsabilità personale”.
Sul sistema bancario, invece, Lagarde ha insistito sulla necessità di revitalizzare le piccole e medie imprese, che “sono il settore portante dell’economia italiana” e che più soffrono la situazione di crisi. In merito, la direttrice del Fmi sostiene che “i tassi di cancellazione dei debiti devono essere significativamente incrementati per riportare il rapporto dei crediti inesigibili ai livelli pre-crisi”.
EUROPA, PASSI CORAGGIOSI DA BCE – Sul capitolo Italia-Europa, poi, Lagarde è stata chiara: le scelte italiane sono vincenti se condivise con gli altri Paesi dell’Unione. “L’Eurozona deve dar fuoco a tutte le cartucce”, ha affermato, sottolineando come la politica monetaria e fiscale giochino un ruolo centrale per garantire la crescita, sostenendo la domanda. Obiettivo che, comunque, per la direttrice del Fmi, è raggiungibile anche attraverso una maggiore flessibilità nelle regole del patto di stabilità.