“Sempre daccapo” è il nuovo libro di Fausto Bertinotti, ex leader di Rifondazione Comunista, da anni ormai lontano dalla politica attiva, a seguito del disastro elettorale che travolse la Sinistra Arcobaleno da lui guidata nel 2008. E’ un Bertinotti “cristiano”, che nel libro – la cui prefazione è affidata a Monsignor Gianfranco Ravasi – si sofferma sul ruolo di figure chiave della fede cristiana, come Gesù e San Paolo. Ma guai a dargli del ‘convertito’: “Rifondazione Cristiana? Mi pare esagerato, io resto un comunista non credente, con un grandissimo rispetto per la religione ed una grande curiosità per ciò che sta avvenendo nel mondo cattolico”.
Bertinotti e l’elogio a Papa Francesco
Secondo l’ex leader del PRC, il cattolicesimo odierno, incarnato dalla figura di Papa Francesco, è “un elemento di ripresa del dialogo tra tutte le forze che non si arrendono a questa società così profondamente alienata”.
L’attenzione rivolta alla figura dell’attuale pontefice emerge anche dalla riflessione – a firma dello stesso leader storico della sinistra italiana – stampata sulla retrocopertina del libro: “La sfida di Papa Francesco è un’evidente testimonianza di fede che, in questo ordine mondiale, esprime in totale autonomia la denuncia non solo dei mali del mondo, ma anche delle cause che hanno generato un sistema economico che fa del denaro il proprio idolo”.
L’anticapitalista convinto
E’ un Bertinotti che quindi resta fortemente anticapitalista, e lo si denota anche dall’accento posto sulle parole di Papa Francesco rivolte alla platea delle Acciaierie di Terni nello scorso marzo, quando parlava di disoccupazione come “conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro”.
Per l’ex leader comunista non si tratta quindi di una conversione, quanto della ricerca di alleanze tra mondi apparentemente contrapposti – i credenti e i non credenti – ma saldabili verso un ideale comune: la lotta contro le ingiustizie. Un’uguaglianza che viene da San Paolo, prima ancora di Marx. Il tutto ispirandosi all’azione di quelli che chiama “i vinti giusti”, i quali “hanno riempito la storia”.
I “vinti giusti” e l’Europa attuale
Per Bertinotti “gli ultimi vinti giusti sono quelli che nel ‘900 hanno provato a realizzare la grande sfida del superamento capitalistico per realizzare una società alternativa”. In Europa sono quelli che “dopo la vittoria contro il nazifascismo hanno provato a costruire un’Europa solidale e democratica in cui vincesse l’eguaglianza”.
Questi ‘vinti giusti’ oggi sono stati “sconfitti da un capitalismo rinascente che, liberatosi di questo avversario, mostra il suo volto totalitario”. Per Bertinotti, infatti, l’Europa attuale è “un regime sostanzialmente oligarchico”, un punto di arrivo sul quale ricominciare, per costruire una nuova ampia alleanza solidale, in una sorta di una nuova via al “socialismo cristiano”.