Il Presidente della Commissione dell’Unione Europea, Jean Claude Juncker, intervistato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha mostrato oggi il pugno di ferro contro l’Italia e la Francia annunciando che senza progressi e riforme da parte dei due Paesi si arriverà ad un inasprimento della procedura sul deficit. Ma, come da copione, ha poi preso le difese dei due Paesi mediterranei, mostrando comunque apprezzamento per il percorso da essi intrapreso : “Dovremmo dare fiducia agli italiani e ai francesi. E poi vedremo, proprio a marzo, come sarà andata. I governi ci hanno garantito che faranno quanto annunciato. Per me si tratta ora di sostituire un diktat immediato con una fiducia a lungo termine. Si tratta di una sana comprensione tra persone”.
Nel frattempo il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. A margine della visita Renzi oggi avrebbe detto: “Se perfino il Fmi, che non è esattamente una sezione del Partito Comunista a Washington, chiede all’Europa di investire sulla crescita, qualche domanda i partner Ue dovranno pure cominciare a farsela”, segno, queste parole, che anche il premier italiano insiste su una crescita immediata del Paese.
Ad intervenire sull’importanza delle riforme non sono stati solo Jean Claude Juncker e Matteo Renzi ma anche Jyrki Katainen, il vicepresidente della Commissione Ue con le deleghe a Crescita e Competitività. “Da solo il piano di investimenti di Juncker non basta; servono le riforme oppure tutto sarà inutile” ha spiegato in un’intervista a La Stampa. “Se restano ostacoli burocratici agli investimenti privati, se l’amministrazione è lenta, se ci sono incognite non finanziarie, il nuovo fondo Efsi potrà far poco. La risposta non è nel creare nuovo debito ma nel focalizzarci sulle riforme che servono a stimolare la ripresa”.