Dopo mesi di emergenza generalizzata è tornato a regnare l’oblio intorno al virus dell’Ebola. Il “paziente zero” italiano è arrivato all’aeroporto di Pratica di Mare il 25 Novembre, è un medico di Emergency contagiato in Sierra Leone, poi ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma. Ebola è così tornato prepotentemente alla ribalta: dopo mesi di psicosi collettiva e timori di contagio, basta andare su Google per notare un drastico calo delle ricerche in merito negli ultimi tempi. Il Time, però, ha nominato “personaggio dell’anno” gli “Ebola Fighters”, quelli che combattono Ebola e non abbandonano l’Africa.
Google Trends
Stando ai dati di Google Trends si vede come l’interesse per Ebola a gennaio 2014 fosse a dir poco scarso. In Italia, come nel mondo, “Ebola” comincia a essere una delle parole più ricercate a partire dall’aprile 2014, quando gli avvertimenti di Medici Senza Frontiere generano un minimo di interesse. Bisognerà aspettare luglio per notare un incremento significativo delle ricerche su Ebola. Medici senza frontiere tra la fine di luglio e l’inizio di agosto avvertiva che l’epidemia di Ebola era fuori controllo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) a quel punto non ha più potuto ignorare i fatti. Viene annunciata l’emergenza virus. Anche l’opinione pubblica comincia a chiedersi se i paesi in cui si sta diffondendo il virus siano poi così lontani visto che a Madrid arriva dalla Liberia un morente Padre Miguel Parajes. Ebola, complice l’estate e il vuoto di notizie che accompagna la bella stagione, arriva fino in prima pagina ma solo per poco tempo. A Ottobre sono 5mila i morti e oltre i 13mila gli ammalati ma nessuno se ne cura, almeno fino al caso del contagio di Dallas. A quel punto Google esplode. Dopo le rassicurazioni sul fatto che, per le sue caratteristiche, il virus non darà inizio a una pandemia ma resterà circoscritto al continente africano, è sceso di nuovo l’oblio intorno al killer invisibile.
Ebola Fighters
Le persone che lottano contro Ebola sono il personaggio dell’anno per la rivista americana Time. La motivazione è stata resa con un proverbio: “non le armi scintillanti combattono la guerra ma il cuore degli eroi”. Eroi sono i medici, infermiere e infermieri, volontari impegnati ad assistere i malati dell’Africa Occidentale. Nancy Gibb, direttore della nota rivista, ha scritto: “Hanno corso dei rischi e hanno insistito, fatto sacrifici e salvato delle vite”. Il personale medico e di supporto è quello che corre i rischi maggiori, perché il virus si contagia attraverso il contatto con i fluidi corporei dei pazienti che sviluppano i sintomi della malattia. Secondo i dati più recenti dell’Oms, il bilancio delle vittime nei paesi maggiormente colpiti dall’epidemia (Liberia, Sierra Leone e Guinea) è di 6331 su 17800 casi.