Bce avverte Bankitalia “Troppi titoli di Stato”
Bce, il bollettino mensile: “E’ fondamentale che le riforme strutturali siano credibili ed efficaci per incoraggiare gli investimenti ed anticipare la ripresa”. La Banca centrale europea è disposta ad attuare una politica monetaria accomodante in grado di favorire la ripresa nell’Eurozona ma si attende dai Paesi un “contributo decisivo”.
Draghi avverte Renzi “Importante assicurare rispetto requisiti Patto di Stabilità”
Tutti i Paesi dell’Ue devono fornire un valido appoggio all’Eurotower che notevoli passi avanti ha fatto nella politica monetaria. Il messaggio di Mario Draghi riguardo le riforme avviate dal Governo Renzi in Italia è chiaro: “E importante assicurare il pieno rispetto dei requisiti del Patto di stabilità e crescita e della regola del debito per non mettere a repentaglio la sostenibilità delle finanze pubbliche e preservare la fiducia dei mercati”.
Bce pronta a ricorrere “a ulteriori strumenti non convenzionali”
Il rischio di avere un lungo periodo di bassa inflazione è incombente. La Bce è risoluta a fare ricorso “a ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato”. La debole crescita dell’Eurozona non favorisce gli investimenti. A questo si aggiunge il messaggio arrivato dai mercati che di certo non tranquillizza l’Ue. Sarà compito dell’Eurotower monitorare i “possibili effetti derivanti dall’indebolimento della crescita, dagli sviluppi geopolitici, dall’evoluzione del cambio e dei prezzi dell’energia, nonché dagli effetti delle misure di politica monetaria”. C’è da tener d’occhio l’andamento dei prezzi nel medio periodo. Ed è per questo che il consiglio direttivo della Bce manterrà un “atteggiamento particolarmente vigile per quel che riguarda il più ampio impatto del recente andamento delle quotazioni petrolifere sulle dinamiche dell’inflazione a medio termine nell’area dell’euro”.
Il monito della Bce alle Banche italiane
E intanto la Bce ha lanciato un monito alle banche, quelle italiane soprattutto: “Esposizioni su vasta scala nei confronti di emittenti sovrani con rischi significativi di sostenibilità possono indicare una vulnerabilità”. Insomma, avere troppi titoli di Stato metterebbe a rischio le banche. Le banche italiane qeust’anno hanno fatto registrare, in quanto a possesso di Bot, Btp e Cct, il massimo storico: 414 miliardi in totale. Il rapporto della Banca centrale europea aggiunge: “Un ingente fabbisogno di finanziamento degli emittenti sovrani può spiazzare operatori di altri settori, che siano istituzioni finanziarie o società”. Sono soldi che la Bce ha concesso alle banche con i maxi finanziamenti a tassi vantaggiosi che dovrebbero rilanciare il credito dell’economia reale e che invece vengono destinati a finanziare il debito pubblico. Soldi dunque sottratti ad imprese e famiglie. D’altra parte, lo stesso Mario Draghi aveva espresso l’intenzione di vincolare questi nuovi prestiti in modo da veicolarli a “sostenere i prestiti bancari alle famiglie e alle società non finanziarie, esclusi i prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni”. Misure che ora appaiono insufficienti e che sembrano in attesa di essere rafforzare da nuovi provvedimenti da parte della Bce.
Bce sui provvedimenti del Governo Renzi
Per tornare al parere riguardo i provvedimenti attuati dal Governo Renzi, la Bce scrive: “Il progetto di bilancio comporterebbe un aumento nel 2015 del fabbisogno netto dello 0,4% del Pil” e aggiunge “i piani del governo indicano un rinvio della scadenza per l’obiettivo di medio termine al 2017 (in ritardo cioè di due anni rispetto alla raccomandazione del Consiglio Ecofin nel parere pubblicato lo scorso luglio) e una deviazione dalla regola del debito”. La Bce sposa dunque le stime fatte dalla Commissione e non quelle fatte dallo stesso Governo Renzi e sottolinea: “È importante assicurare il pieno rispetto dei requisiti del Patto di Stabilità e crescita e della regola del debito per non mettere a repentaglio la sostenibilità delle finanze pubbliche e preservare la fiducia dei mercati”.
Il prossimo consiglio della Bce il 22 gennaio
La Banca centrale europea valuterà nella riunione del 22 gennaio gli effetti sull’inflazione dei provvedimenti varati finora e anche del crollo dei prezzi del petrolio, poi deciderà come procedere, pronta com’è, a ricorrere “a ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato”.