Matteo Salvini è un bluff. Anzi, una “bolla” destinata a sgonfiarsi, inesorabilmente. E’ questo, in sintesi, il pensiero di Claudio Cerasa sul destino del leader leghista, il fenomeno politico-mediatico del momento. Su Rivista Studio, il giornalista prima tesse le lodi del numero uno del Carroccio, dotato di “carisma e abilità” che “sono sotto gli occhi di tutti”, poi smonta il segretario della Lega attraverso un’analisi articolata in cinque punti, chiedendosi se effettivamente Salvini costituisca una minaccia per Renzi.
“Salvini non toglie voti a Renzi, ma a M5S e Forza Italia”
In primo luogo Cerasa afferma che “il segretario della Lega”, come si evince dalle recenti regionali in Emilia Romagna, “toglie voti non al Pd ma esattamente ai suoi nemici, ovvero al Movimento 5 Stelle e anche a Forza Italia”, la quale si troverà costretta – prima o poi – ad inserire in agenda molti dei temi cari alla Lega, come ad esempio l’Euro: ciò, secondo Cerasa, farebbe di Renzi “l’approdo unico del voto moderato”.
Un altro fattore “limitante” è legato alla matematica: oltre il dieci, il tredici per cento, Salvini non può andare. La vocazione minoritaria del leader della Lega è innegabile: “I paragoni con la Le Pen potranno essere suggestivi quanto vogliamo – scrive Cerasa – ma l’Italia non è la Francia e la Francia soprattutto non ha un fenomeno come il Movimento 5 stelle e per quanto Salvini possa essere bravo prima di svuotare il 5 stelle di tempo ce ne vorrà”.
Salvini, tra contraddizioni e future alleanze
Cerasa individua altri due nodi: le contraddizioni intrinseche alla Lega e le alleanze. Adesso Salvini si è fatto portavoce della rivolta dell’Italia contro Bruxelles, l’euro, lo strapotere economico del nord dell’Europa. Eppure, fino a ieri, in cima alle priorità della Lega c’era l’indipendenza della Padania. Lo stesso Salvini, nel 2012, a proposito della moneta unica diceva: “La Lombardia e il Nord l’euro se lo possono permettere. Io a Milano lo voglio, perché qui siamo in Europa. Il Sud invece è come la Grecia e ha bisogno di un’altra moneta. L’euro non se lo può permettere”. Insomma, è un po’ bizzarro che un ex difensore degli interessi del Nord Italia contro la zavorra del Sud sprecone e assistito, ora si sia fatto capopopolo dei terroni d’Europa: gli italiani.
E infine: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”, dice il proverbio. “Tutti sanno – conclude Cerasa – che il destino della Lega è quello di andarsi a ricongiungere con gli odiati cugini di centrodestra”. Oggi Salvini si dichiara distante da Ncd e Forza Italia, ma nelle regioni in cui governa – Lombardia e Veneto – non può prescindere dalla partnership Alfano/Berlusconiana. Dunque, per capire come si muoverà in futuro la Lega, occorre semplicemente tenere in considerazione questi dati.