Una comunità di appena 57mila abitanti con un tesoro di inestimabile valore sotto i piedi. Le elezioni in Groenlandia – “nazione” che gode di un’ampia autonomia seppur dipendente dal regno di Danimarca – hanno attirato l’attenzione di molti. In ballo c’è lo sfruttamento di ricchi giacimenti di minerali e idrocarburi che potrebbero cambiare gli equilibri dell’economia mondiale.
“Avanti”
Le elezioni anticipate del 29 Novembre, indette in seguito allo scandalo che ha avuto come protagonista l’ex premier Aleqa Hammond (colpevole di aver usato denaro pubblico per delle spese personali), hanno visto la vittoria di Kim Kielsen, del partito Siumut (Avanti), lo stesso della Hammond. Il partito socialdemocratico ha raccolto il 34,6% di voti, superando di misura il partito della Comunità Inuit e quindi il suo leader, la grande favorita di questa tornata, Sara Olsvig. Con una campagna elettorale tutta basata sull’ecologismo, la Olsvig ha perso di un solo punto di percentuale.
Kielsen avrà bisogno di scendere a patti con l’opposizione per sfruttare al massimo le potenzialità della più grande isola del pianeta. La Hammond aveva vinto le precedenti elezioni, con un consenso schiacciante, cavalcando lo scontento dei cittadini groenlandesi rispetto a un governo troppo accomodante con le compagnie estrattive. La Groenlandia possiede un sottosuolo che si stima molto più ricco di quanto possa apparire attualmente. Lo scioglimento dei ghiacciai pone di fronte al governo una nuova sfida: la ricchezza nascosta sotto il permaghiaccio fa gola a molti.
Terre rare
Oltre ai giacimenti di petrolio sulla sua costa occidentale, al momento in concessione alla British Petroleum, la Groenlandia possiede molte altre ricchezze. Secondo un’analisi condotta dall’azienda australiana Greenland Minerals and Energy nel sud della Groenlandia ci sarebbe una quantità immensa di risorse minerarie, pari al 9% del patrimonio mondiale (si calcola che le estrazioni potrebbero arrivare a quota 40mila tonnellate ogni anno). Sotto il ghiaccio e le rocce dell’intrusione di Ilmaussaq, nel fiordo di Klangerlaursuk ci sono 200 tipi diversi di minerali tra i quali le sempre più importanti, nel settore dell’alta tecnologia sia “di massa” sia militare, “terre rare”.
Esse rappresentano un gruppo di 17 elementi chimici il cui monopolio finora è stato detenuto dalla Cina. Quando Pechino ha deciso di limitarne l’esportazione tra il 2010 e il 2011, il prezzo delle “terre rare” ha subito una variazione di prezzo che andava dal 300% al 4000% (sic). Per questo le maggiori economie mondiali, non solo la Cina, osservano con attenzione gli equilibri politici della Groenlandia. L’interesse dell’Ue, tra gli altri, è dimostrato dal fatto che nel 2012 l’allora Commissario all’industria Tajani si recò sull’isola per firmare un contratto di collaborazione. L’intesa prevedeva che la Comunità Europea versasse il 35% degli introiti guadagnati con l’estrazione al governo locale.