Da Parigi – Il magazine scandalistico francese “Closer” ha mietuto un’altra vittima. Dopo lo scoop della relazione clandestina tra il Presidente François Hollande e l’attrice Julie Gayet, la rivista ha pubblicato sull’ultimo numero le foto di Florian Philippot, portavoce permanente del Front National e braccio destro di Marine Le Pen, assieme a quello che si presume essere il suo compagno. Le immagini, che squarciano il velo sull’omosessualità dell’esponente frontista, hanno immediatamente sollevato un polverone politico-mediatico.
“Che si tratti di Philippot o di Hollande, la vita privata è sacra”, ha dichiarato la stessa Le Pen nel corso di un intervento radiofonico su Europe 1, caldeggiando una querela del suo collaboratore nei confronti del giornale. Voci di sdegno e solidarietà per il coming-out “coatto”, però, sono giunte anche da sinistra: le rivelazioni di “Closer” sono state infatte giudicate un “attentato alla democrazia” all’interno di un editoriale web del settimanale progressista “Le Nouvel Observateur”, tra i più acerrimi avversari dell’ondata néo-réac sviluppatasi in Francia attorno alle idee del Front National.
Chi è Philippot
Florian Philippot, “vittima” del reportage, non è una personalità ininfluente nella galassia del nuovo Front National. Classe 1981, questo ex studente dell’Ecole Nationale d’Administration è la figura chiave dello svecchiamento complessivo del partito un tempo guidato da Jean-Marie Le Pen: in quanto responsabile della comunicazione del movimento, è lui il pivot della cosiddetta “Dédiabolisation” lepenista dal 2011 (anno di insediamento di Marine alla leadership) ad oggi, grazie anche ad una massiccia – nonché pianificata – presenza della rampolla populista sui mass media tradizionali.
Il caso Chenu e le divisioni nel clan Le Pen
L’affaire Philippot irrompe nel clan FN proprio quando, nelle stesse ore, Marine Le Pen stava salutando l’ingresso nel movimento dell’ultimo arrivato. Si tratta di Sebastien Chenu, “transfugo” dell’UMP (da poco tornato sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy) dopo esserne stato segretario nazionale, ma soprattutto co-fondatore di “GayLib”, associazione per i diritti degli omosessuali di ispirazione liberale. Venerdì 12 dicembre Chenu e l’eurodeputato hanno animato una conferenza stampa congiunta per ufficializzare il passaggio del primo al “Rassemblement Bleu Marine”, sigla politica parallela al FN già utilizzata negli ultimi appuntamenti elettorali. “UMP e Partito Socialista sono diventati interscambiabili, Marine Le Pen è l’unico politico coerente oggi”, ha dichiarato Chenu a “L’Express” giustificando la sua scelta.
In merito alle posizioni prevalenti nel Front National sul matrimonio omosessuale e all’apparente incongruenza di un simile sodalizio, Chenu ha affermato che “Marine Le Pen è favorevole a un Pacs avanzato da chiamarsi Unione Civile (la stessa formula più volte citata da Sarkozy, ndr). Rifiuta le nozze gay per via della procreazione assistita e del rischio utero in affitto (GPA), ai quali mi sono sempre opposto anche io”.
Una svolta “gay-friendly” del Front National? Non è un caso che il suo presidente abbia sempre evitato di sfilare nei cortei del “Mariage pour Tous” assieme ad altri membri del partito, su tutti la cattolicissima e arrembante nipote Marion-Maréchal, che nel corso dell’ultimo congresso a Lione aveva staccato proprio Philippot nel voto per il comitato centrale frontista. La giovanissima deputata della Vaucluse è l’ultimo prodotto del tradizionale “nepotismo” dei Le Pen, ma potrebbe ben presto rivelarsi un’insidia per la zia in rampa di lancio in vista delle Presidenziali 2017.
Niccolò Inches
Twitter: @niccolink