Roma capitale anche della diplomazia internazionale. John Kerry, Segretario di Stato Usa, ha scelto l’Italia per discutere con Netanyahu e i palestinesi oltre che per “evitare l’escalation” nei rapporti con la Russia, dopo che il Congresso americano ha deciso il varo di nuove sanzioni nei confronti di Mosca e l’invio di 280 milioni di dollari in aiuti militari al governo ucraino.
Tensione
L’assistenza militare che gli Usa hanno confermato voler dare all’Ucraina ha provocato una dura reazione da parte di Mosca. “Vogliamo una risposta” ha dichiarato il vice-ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov all’agenzia di stampa Interfax, nei momenti precedenti all’incontro tra Kerry e il capo della diplomazia russa Serghei Lavrov.
A Villa Taverna, dove i due si sono incontrati, Kerry ha ribadito la riluttanza di Barack Obama rispetto alla decisione dei deputati a stelle strisce di finanziare l’esercito di Kiev. Il Presidente americano adesso dovrà decidere se promulgare la decisione o opporre il veto. Lavrov da parte sua ha confermato che nel caso in cui nuove sanzioni fossero varate contro la Russia, Mosca prenderebbe delle opportune contromisure.
Rispetto reciproco?
Le dichiarazioni che Lavrov ha fornito ai giornalisti russi in mattinata, tuttavia, appaiono distensive. A Roma, ha avuto luogo “un ampio scambio di opinioni su importanti questioni internazionali – ha detto il ministro – tra cui la necessità di dare un nuovo slancio al processo di pace israelo-palestinese, quella di risolvere il conflitto siriano e di elaborare un accordo onnicomprensivo sul nucleare iraniano”. Lavrov ha comunque tenuto a sottolineare che “lo sviluppo delle relazioni bilaterali è possibile solo sulla base dell’uguaglianza e del rispetto dei reciproci interessi”. “I tentativi di esercitare un qualche tipo di pressione sulla Russia sono destinati a fallire” ha poi aggiunto.
Per quanto riguarda nello specifico la situazione in Ucraina, a Roma, la Russia ha espresso “la necessità di attuazione degli accordi di Minsk” e la richiesta “che una riunione del Gruppo di contatto per l’emergenza nell’Est ucraino avvenga al più presto”.