Già feroci polemiche si erano scagliate sul Metodo Stamina, accusato da molti di essere inefficace. Adesso la magistratura di Torino ha chiuso l’inchiesta su Davide Vannoni e i suoi, accusandoli di associazione a delinquere, somministrazione pericolosa di farmaci, esercizio abusivo della professione medica e tanti altri reati minori. Ad essere indagati sono venti persone circa.
La cura fondata sulle cellule staminali non funzionerebbe, quindi. E la proibizione dell’utilizzo adesso sarà più efficace. Le prime cure autorizzate furono effettuate presso gli Spedali Civili di Brescia. Era il 2011. Un medico dell’Aifa aveva concesso l’autorizzazione più spinto dalla portata mediatica del fenomeno piuttosto che dalla reale efficacia dell’iniziativa propagandata da Vannoni.
Vi sono anche indagati di lusso: anzitutto Gianfranco Merizzi, industriale e presidente dell’azienda farmaceutica Medestea. Indagato per truffa è stato uno dei finanziatori del metodo. Insieme a lui e Vannoni una ventina gli indagati che, dopo l’avviso all’indagato della conclusione delle indagini preliminari, avranno venti giorni di tempo per raccogliere memorie e chiedere di essere interrogati.
Interviene quindi il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la quale commenta così a decisione della Procura torinese: “Non sono molto stupita, vedremo l’esito del processo. E’ una vicenda che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso e me con molte preoccupazioni e ansie. L’importante è che ne esca chiarezza, perché qui le vittime sono le migliaia di persone che hanno creduto di poter avere una cura”.
Daniele Errera