In chiusura d’anno, l’ultimo da presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano torna a parlare. In occasione dello scambio degli auguri natalizi con le altre cariche dello Stato, il Capo dello Stato lancia diversi moniti alla politica. E sono quasi tutte carezze per il premier Matteo Renzi.
“Gli auguri che quest’anno ci scambiamo si intrecciano strettamente con gli impegni che tutti condividiamo per il superamento degli aspetti più critici per la situazione economica e sociale”, ha detto Napolitano. “Dobbiamo procedere con coerenza e senza battute d’arresto sulla via delle riforme”, ha continuato il Capo dello Stato. “Tutto richiede continuità istituzionale”, quella che “mi sono personalmente impegnato a garantire ancora una volta per tutto lo speciale periodo del semestre di presidenza europea”, ha proseguito il Capo dello Stato.
Anche sulle riforme istituzionali, Napolitano ha dimostrato di convergere sull’iter avviato dal premier: “Superare il bicameralismo non è un tic da irrefrenabili rottamatori o da vecchi cultori di controversie costituzionali. Non si dica che c’è precipitazione, che si procede troppo in fretta, si è indugiato per mesi, con audizioni e approfondimenti, su questioni di cui si è dibattuto per decenni”. Il presidente è perfino intervenuto sui contrasti all’interno del Pd, invitando la minoranza a non mettere in atto alcuna scissione: “Parlare di voto e scissioni porta all’instabilità. Chi dissente dalle riforme non deve farlo con spregiudicate tattiche emendative”.
“Tornare indietro alla ormai sancita trasformazione del Senato – ha continuato Napolitano – significherebbe solo vulnerare fatalmente la riforma. Rispettare la coerenza delle riforme in gestazione, anche quella elettorale, è un dovere di onestà politica e di serietà”. Poi a tutte le forze politiche ha raccomandato: “Il governo ha annunciato una non breve serie di azioni di cambiamento, un tasso di volontà riformatrice che ha riscosso riconoscimenti e aperture di credito sul piano internazionale. Si è messo in atto un processo di cambiamento. Non si attenti alla continuità del nuovo corso”. Chissà se il successore sarà così renziano.