L’attentato di ieri mattina a una scuola per figli di militari a Peshawar, in Pakistan, è destinato a cambiare per sempre la storia del paese. Il massacro è il più sanguinoso dal 2007 a questa parte: 141 morti, 130 sono studenti tra i 6 e i 17 anni. Autori dell’attacco 9 militanti del Teheerek-e-Taliban (Ttp): sono riusciti a mantenere il controllo della scuola dalle 10 di mattina fino al tardo pomeriggio di ieri, quando le forze speciali pakistane sono riuscite a entrare nell’edificio. Tutti i 9 uomini del commando sono stati uccisi. Mohammed Umar Khorasani, portavoce dei talebani pachistani, ha rivendicato l’appartenenza dell’azione subito dopo l’ingresso dei militanti nella scuola: “abbiamo scelto con attenzione l’obiettivo da colpire con il nostro attentato. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore”.
Chi sono i talebani pachistani
La storia dei talebani pachistani comincia nel 2007. Da allora hanno speso la maggior parte delle loro energie per mantenere il controllo sulle zone di frontiera tra Pakistan e Afghanistan, dove sono riusciti a formare delle piccole enclave, e per sedare i conflitti interni all’organizzazione. La loro azione in Pakistan è più volte sfociata in attacchi letali, a parte un progetto di attentato a Times Square, non si segnala attività a livello internazionale.
Negli ultimi mesi l’organizzazione è stata messa sotto pressione dalle forze di sicurezza di Islamabad. Il movimento ha reagito spaccandosi: una fazione ha lasciato la lotta armata, la potente tribù Mahsud ha scelto di intraprendere un percorso a parte. Lo stesso Khorasani è diventato portavoce poche settimane fa in seguito alla defezione di quello precedente, passato allo Stato Islamico. L’attacco di queste ore è visto da molti analisti come il tentativo di ricompattare la base dell’organizzazione intorno a una leadership forte.
A Giugno l’esercito pachistano ha deciso di regolare i conti con i talebani. A partire da quel momento è stata inaugurata una campagna contro le roccaforti dell’organizzazione nel Nord Waziristan. Si pensa che nell’operazione siano caduti un migliaio di militanti, ma anche lo stesso numero di civili. Nel comunicato di rivendicazione dell’attacco, Khorasani si riferisce proprio a essi. Tuttavia, i talebani pachistani recentemente avevano attaccato l’aeroporto di Karachi, città portuale nel sud del paese, e ancora prima avevano condotto un’azione dinamitarda al confine con l’India. È probabile che l’attentato di Peshawar sia volto a dimostrare la loro capacità di colpire qualsiasi punto del Pakistan.
Le conseguenze politiche
Non è il prima attacco a una scuola avvenuto in Pakistan quello di queste ore. Le diverse fazioni dell’estremismo islamico nazionale ne hanno attaccato più di mille negli ultimi 5 anni. Le scuole sono considerate simbolo dell’autorità del governo. In più sono bersagli “facili” ma nello stesso tempo di forte impatto psicologico. In questo caso, però, l’attacco si è andato a inserire nel corso di una complessa dinamica di potere tra l’esercito e il governo pachistano.
Sul primo ministro Nawaz Sharif pendono gravi sospetti di corruzione. Inoltre, la disponibilità a trattare con i talebani che ha dimostrato in questi mesi, dopo l’ultimo attacco gli costerà un’ulteriore emorragia di consensi. Tale situazione andrà tutta a vantaggio dei militari che sembrano godere di una crescente popolarità tra i pachistani. Al momento però è esclusa la caduta del governo, il paese sembra restare unito di fronte al nemico comune, ma basterebbe davvero poco per dargli una spallata.