Scontri nella favelas in Brasile, tre le vittime della polizia a Rio
In Brasile è cominciata una dura repressione, una “bonifica” in vista dei Mondiali di calcio, nelle 174 favelas del paese, di cui 16 sono a Rio de Janeiro. Le violenze dovute agli scioperi e agli scontri stanno attraversando tutto il paese: negli scorsi giorni a Salvador De Bahia, nel Nord brasiliano, è stata anche la polizia stessa a scioperare, determinando un’impennata di saccheggi e omicidi, inoltre, la domenica di Pasqua la tradizionale via crucis per le strade di Rio è stata bloccata da un folto numero di manifestanti per il diritto alla casa e senzatetto che si è accampato di fronte alla cattedrale della città.
Oggi le violenze sono esplose dopo che si è diffusa la notizia del presunto omicidio del ballerino 25enne Douglas Rafael Da Silva Pereira da parte di alcuni poliziotti che lo avevano scambiato per un narcotrafficante. Il ballerino e dj, lavorava per un varietà del noto canale Globo, secondo le prime ricostruzioni si è trovato nel mezzo di uno scontro a fuoco tra la polizia e dei “veri” narcotrafficanti nella favela di Pavao-Pavaozinho, tra Copacabana e Ipanema, mentre tentava di scappare è stato intercettato da alcuni agenti che lo avrebbero picchiato a morte.
Negli scontri che continuano da ieri sera – i manifestanti hanno costruito barricate con pneumatici dati alle fiamme e combattono le forze dell’ordine con ordigni improvvisati e bottiglie incendiarie – sarebbero morti anche un uomo di 30 anni e un bambino di 12 anni, entrambi colpiti da proiettili della Polizia.
Per quanto riguarda Pereira, le autorità di Rio, riferiscono che il corpo è stato ritrovato in una scuola e le ferite che sono state riscontrate sul cadavere sono compatibili con quelle di una caduta, tra l’altro non ci sono fori di proiettile, a confermarlo anche la madre del ballerino: il 25enne molto noto nel quartiere quindi, tentando di scappare dai violenti scontri, avrebbe cercato di scavalcare un muro da cui poi sarebbe rovinosamente caduto, questa la versione ufficiale al momento.
Resta il dubbio che le 37 unità di polizia deputate alla “pacificazione” delle favelas, nei pressi di quelle di Rio ci sono molti impianti che ospiteranno le Olimpiadi del 2016, stiano abusando del proprio ruolo, usando la violenza nello stesso modo dei cartelli della droga pur di mantenere il controllo del territorio.
Guglielmo Sano