Stime Confindustria: Italia fuori dalla recessione nel primo trimestre del 2015. La disoccupazione invece non calerà prima del 2016. È questo quanto emerge dalle stime del Centro Studi di Confindustria. Ancora in calo il Pil (-0,5%) ma si prevede possa ricominciare a salire già nel 2015 dello +0,5%. Nel 2016 potrebbe arrivare allo +1,1%.
Pil reale su livelli 1997: 3700 euro in meno a testa
La scure della crisi continua a pendere sull’economia del nostro Paese: il Pil pro capite reale dal 2007 è diminuito del 12,3% tornando ai livelli del 1997. Dati quantificabili con una diminuzione di 3.700 euro procapite che, come sottolinea lo stesso Centro Studi di Confindustria, si traduce “con una feroce diminuzione dei consumi delle famiglie, pari a sei settimane di non spesa”.
Il freno della corruzione, Confindustria parte civile nel processo Mafia Capitale
A pesare, e non potrebbe essere altrimenti, i poco confortanti dati della corruzione. I recenti fatti di Mafia Capitale ne sono soltanto l’ultimo triste esempio. L’analisi del Centro Studi rievoca un altro episodio, compiendo un passo in dietro di vent’anni: “Se con Mani Pulite l’Italia avesse ridotto la corruzione al livello della Francia (-1 punto), il Pil sarebbe stato nel 2014 di quasi 300 miliardi in più (circa 5mila euro a persona)”. E, tornando all’inchiesta Mafia Capitale, Confindustria ha fatto sapere che si costituirà parte civile nel procedimento penale avviato dalla procura di Roma. Il delegato di Confindustria alla legalità, Antonello Montante, spiega che l’obiettivo è “tutelare la reputazione delle imprese e la leale concorrenza sul mercato”.
Disoccupazione non calerà fino al 2016
Poco confortanti anche i dati sulla disoccupazione che si manterrà costante sui livelli del 2014 almeno fino al 2016 quando scenderà, secondo le previsioni, al 12,6%. In merito, non si discostano di molto le previsioni fatte dal Governo Renzi: tasso disoccupati sotto il 10% non prima del 2018.
Una mano dal calo del prezzo del petrolio
Una mano per uscire dalla crisi ci viene però offerta dal calo del prezzo del petrolio: un terzo in meno in poche settimane. Un risparmio che per l’Italia si traduce in un guadagno di circa 14 miliardi all’anno. Una cifra che sul Pil del 2015 va a pesare del +0,3%. +0,5% invece nel 2016. Citando il rapporto del Centro Studi, il calo del prezzo del petrolio “comporta il trasferimento di oltre mille miliardi di euro di reddito annuale da un ridottissimo numero di produttori, con enormi ricchezze, ad un’ampia platea di consumatori e imprese nei paesi avanzati, con una più alta propensione alla spesa”.
Conti pubblici: cala deficit ma aumenta debito
Per quanto riguarda i conti pubblici, è previsto un calo del deficit, quest’anno al 3%, al 2,7% nel 2015 e al 2,5% nel 2016. Continuerà a salire invece il debito pubblico: dall’attuale 132,2% al 133,8% nel 2015.