E’ un Flavio Tosi a tutto campo quello intervistato alla trasmissione radiofonica ‘Un Giorno da Pecora’, su Rai Radio2. Sono molti i temi dibattuti dal sindaco di Verona. Il sindaco di Verona parte dal toto nomi per il successore di Napolitano al Quirinale. Dopo l’incontro avvenuto fra Matteo Renzi e Romano Prodi, meeting che ha fatto spendere fiumi di inchiostro da parte della stampa, Tosi sente di voler rigettare l’ipotesi dell’ex premier e fondatore de L’Ulivo al Colle: “Per carità, Prodi è una persona degnissima, ma lui è un po’ scarico, un po’ palloso”.
Prodi, secondo più e più leghisti, ha una colpa più grande fra le tante: l’introduzione dell’euro. In effetti il dem bolognese al tempo era il Presidente della Commissione Europea. Tosi utilizza toni moderati rispetto a quelli oltranzisti leghisti: “L’uscita dall’Euro credo sia tecnicamente non percorribile, oltre al fatto che ne usciremo molto male coi conti. Ma credo che anche la posizione di chi è entusiasta dell’Euro sia sciocca. E poi c’è lo stare in mezzo, il trovare una posizione praticabile, che è quella di combattere una battaglia per l’interesse dell’Italia all’interno del sistema euro”, conferma il sindaco di Verona.
Tosi, infine, parla del rapporto con Salvini e con Berlusconi. Sul leader FI, Tosi afferma di credere di essergli antipatico. A dimostrazione l’ultimo incontro, datato anni fa. Più complicato il rapporto con il segretario della lega Nord. Tosi lo rispetta: “E’ esuberante, io sono prudente e metodico ed è più bravo di me in tv”. Anche a livello internazionale è considerato: “Putin non mi caga neanche di striscio, non conto un cazzo”, a differenza di Salvini che è stato incontrato dal leader russo. Ma nonostante accordi rispetto nei confronti del suo leader nazionale di partito, Tosi afferma come, in un precedente incontro a tre facce (con il segretario e con Maroni, Presidente della Giunta Regionale lombarda) – il cosiddetto incontro del Pirellone – al sindaco di Verona venne affidata la responsabilità di seguire “la questione del centrodestra nazionale”. D’accordo – allora – anche Salvini, il quale, tuttavia, si candiderà alle primarie del centro destra: “Non sarà il solo, saremo in molti per quel ruolo”, promette Tosi.