Le relazioni diplomatiche tra Usa e Cuba si erano interrotte nel 1962. Dopo di 18 mesi di colloqui segreti i due paesi hanno deciso di riavvicinarsi. “Questo è uno tra i più significativi cambiamenti nelle nostre relazioni internazionali degli ultimi 50 anni – ha detto Barack Obama – abbiamo deciso di abbandonare un approccio obsoleto che si è rivelato contrario ai nostri interessi, adesso comincia la normalizzazione del rapporto tra i nostri due paesi”.
Sempre nel pomeriggio di mercoledì, dieci minuti dopo la fine del discorso di Obama, ha parlato Raul Castro, che ha preso il posto del fratello Fidel nel 2008. Il Presidente cubano ha invitato il Congresso americano a revocare formalmente l’embargo nei confronti di Cuba, facendo intendere che si tratta solo di una formalità. “Questa decisione del Presidente Obama merita il nostro rispetto e il nostro riconoscimento – ha detto Raul Castro in un discorso alla televisione cubana – il progresso nei nostri rapporti mostra che è possibile risolvere molti problemi, ora dovremo imparare la convivenza nel rispetto reciproco delle differenze”.
Scambio di prigionieri
A pesare sulla storica decisione un reciproco scambio di prigionieri. Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero e Ramon Labanino erano 3 dei 5 cubani (2 sono stati rilasciati negli scorsi anni per decorrenza della pena) detenuti in Florida perché infiltrati del governo cubano nelle fila del movimento anti-castrista espatriato negli Usa. Sono stati condannati nel 2001 per “cospirazione” e “mancata registrazione come agenti stranieri”.
Raul Castro nel suo discorso ha ricordato che il fratello Fidel aveva promesso che i “cuban five” sarebbero tornati. Questo è stato l’unico accenno al fratello ritiratosi dalla vita politica per le cattive condizioni di salute. Il governo cubano ha risposto con la scarcerazione di 53 dissidenti politici.
Il fattore che ha dato la scossa decisiva alle trattative, però, è stata la liberazione dopo 5 anni di prigione (condannato a un totale di 15) di uno “dei migliori agenti che abbiamo mai avuto a Cuba”, per usare le parole di Obama. Alan Gross era stato arrestato nel 2009, durante uno dei suoi 5 viaggi a Cuba. Si recava a L’Havana sotto le mentite spoglie di subappaltatore dell’USaid (United States Agency for International Development) l’agenzia americana per lo sviluppo della democrazia all’estero. Il governo cubano ne scoprì il tentativo di installare collegamenti internet illegali nel paese. In seguito si scoprirà il suo ruolo cruciale nell’individuazione dei “cuban five”.
Cosa cambia nell’immediato
Tra le prime cose che cambieranno nelle relazioni tra Usa e Cuba è lo status dell’isola. Obama intende rivedere la designazione dello stato caraibico come “sponsor del terrorismo”, che pesa sul paese sin dal 1982. Per Gennaio una delegazione americana capitanata dal vice Segretario di Stato Roberta Jacobson dovrebbe recarsi a L’Havana per occuparsi della questione. Il secondo passo consisterà nel riaprire un’ambasciata di Washington sull’isola.
Gli americani non possono ancora recarsi sull’isola come turisti. Se un americano vuole recarvisi non può partire dagli Usa, ma deve prima recarsi in un altro paese: per la legislazione americana è un reato. Tuttavia è in corso di espansione a diverse categorie il permesso tramite “licenza generale”, documento che non deve essere preventivamente vidimato da funzionari del governo. Presto sarà possibile utilizzare carte di credito americane a Cuba. Per ulteriori risvolti del processo di riavvicinamento si aspetta la decisione del Congresso, al quale spetta l’ultima parola secondo l’Herms-Button Act del 1990.