A inizio settimana la Danimarca ha ufficialmente reclamato un pezzo di Polo Nord. La richiesta è stata formulata presso la Commissione per i limiti della piattaforma continentale in seno alle Nazioni Unite. L’area richiesta sarebbe collegata alla Groenlandia, nazione dipendente dalla monarchia danese.
Contese territoriali
La dorsale di Lomonosov si trova 370 chilometri al largo del Nord della Groenlandia. Il territorio, che si stima ricco di giacimenti petroliferi e minerari, è da molto tempo oggetto di una contesa tra Canada e Russia. Ad avanzare pretese su di essa adesso c’è anche Copenaghen: un rilievo montuoso sottomarino, che si estende per 1800 chilometri, collegherebbe la Groenlandia proprio al suddetto territorio continentale. Martin Lidegaard, ministro degli Esteri danese, ha dichiarato che secondo le rilevazione effettuate dai geofisici danesi, sin dal 2002, è possibile richiedere l’attribuzione della sovranità su circa 895mila chilometri quadrati (20 volte la grandezza della Danimarca).
La richiesta danese cozzerà sicuramente con le pretese russe di allargare il proprio controllo su 1,2 milioni di chilometri quadrati del continente. Anche Mosca sostiene che il proprio territorio sia collegato all’Artide attraverso un crinale sottomarino.
La corsa al Polo Nord
Al momento solo 5 paesi al mondo possiedono dei territori al Polo Nord: Stati Uniti, Russia, Canada, Norvegia e Danimarca. Di questi solo il Canada, la Russia e adesso la Danimarca hanno reclamato la sovranità su di essi. Gli altri paesi si accontentano di perseguire le proprie politiche all’interno dei confini dichiarati. Nel 2008 i 5 paesi avevano concordato una risoluzione delle questioni territoriali attraverso gli organi istituiti al riguardo dall’Onu.
Secondo gli ultimi dati in possesso degli studiosi: nel Mar Glaciale Artico ci sarebbe il 15% delle risorse petrolifere mondiali, il 30% del gas naturale e il 20% del gas naturale liquefatto. Tuttavia il controllo dell’Artico sta diventando sempre più importante anche per il controllo delle rotte marittime.
Con lo scioglimento dei ghiacciai si stanno aprendo nuove possibilità per il trasporto via mare: passare per l’Artico potrebbe presto diventare il modo più veloce per passare da un continente all’altro. Una delle rotte marittime, lungo un’area su cui la Russia rivendica il controllo, permetterebbe di navigare dall’Europa all’Asia in 35 giorni invece dei 48 giorni necessari per viaggiare da un continente all’altro attraverso il Canale di Suez.