Pochi giorni dopo l’annuncio dello storico disgelo tra Cuba e gli Usa, il vice primo ministro russo Dmitri Rogozin si è recato a L’Havana per incontrare la leadership dell’isola.
Tattica calcolata
Quello che il The Washington Post ha definito uno dei “falchi” di Mosca è andato a Cuba per ricordare a Raul Castro chi nei lunghi decenni di embargo si è dimostrato sempre un ottimo alleato. Rogozin ha sostanzialmente fatto presente alle autorità cubane che quella statunitense è una “tattica calcolata”.
“Ora – ha commentato il vice premier russo su Twitter – li soffocheranno nel loro abbraccio”. Mosca ha da sempre poca fiducia nei confronti delle iniziative di politica estera prese da Washington. La diffidenza è aumentata in particolare dopo le proteste di Kiev dello scorso Febbraio che hanno portato alla deposizione del Presidente filo-russo Viktor Yanukovich.
Una barzelletta ultimamente di moda in Russia è esemplare in questo senso: “perché ancora negli Usa non c’è stata una rivoluzione? Perché non c’è un’ambasciata americana”. Come ha scritto l’ex giornalista e diplomatico russo Alexander Baunov, la missione di Rogozin a Cuba “consiste nel seminare il dubbio” sulle reali intenzioni americane. Il vice ministro “deve informare i cubani: non avvicinatevi troppo agli Stati Uniti, potrebbero essere pronti a ingannarvi”.
Ripercussioni sulla Russia
“È significativo che Obama abbia ammesso la scarsezza di risultati ottenuti isolando Cuba – ha scritto sui propri social account il ministero degli Esteri russo – adesso si spera che gli Usa si rendano conto della sterilità dei provvedimenti simili adottati nei riguardi anche di altri paesi”.
I media russi tengono a precisare anche che la decisione degli Usa non dimidierà l’influenza russa in America Latina. Giusto quest’anno Putin aveva cancellato 32 miliardi di dollari di debito contratti da Cuba con l’Unione Sovietica. Adesso che il paese esce dall’isolamento, la Russia “potrà contare sulla sua collaborazione attiva” sulle maggiori questioni internazionali, ha detto Fyodor Lukyanov, esperto russo di relazioni internazionali, intervistato dalla televisione nazionale.
Sulla stessa linea, infatti, si è espresso Rogozin in conferenza stampa: “i nostri amici cubani sono interessati a conoscere la nostra posizione riguardo alle pressioni subite dall’Occidente”, d’altra parte, “Cuba non rinuncerà alla sua posizione in cambio delle promesse americane”.