Decreto Ilva: Governo punta su ambiente e produttività
Decreto Ilva: approda in Consiglio dei Ministri il decreto che contiene la ricetta di Matteo Renzi per risolvere la spinosissima crisi aziendale dell’Ilva di Taranto. Il nodo da sciogliere è particolarmente complesso considerando che all’esigenza di mantenere l’efficienza di un sito di produzione “strategica” per tutta l’Italia vanno contemperate le necessità della popolazione di Taranto, legata a doppio filo alla produzione dell’Ilva per i suoi risvolti occupazionali, di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Nel decreto i tempi per attuare la bonifica sono stati allungati ma sono stati previsti fondi anche per il risanamento della città. L’Ilva passerà nelle mani dello stato e si prevede la vendita o anche l’affitto di impianti per i privati che saranno in grado di rispettare le linee guida previste dal decreto legge.
L’Ilva potrà accedere all’amministrazione straordinaria in virtù della possibilità di accesso, garantita ora dalla legge, per imprese che gestiscano almeno un sito di interesse strategico nazionale. La procedura prevede quindi la nomina di un commissario che avrà il compito di affittare o vendere l’azienda tramite trattativa privata.
Il commissario disporrà di ampi poteri e tutele con lo scopo principale di garantire produttività e rispetto del piano ambientale: egli infatti, per quanto attiene l’avvio dei progetti ambientali previsti, attraverso lo strumento del silenzio assenso potrà evitare le procedure di autorizzazione e iniziare le opere nel termine di venti giorni.
Inoltre se riuscirà a portare a termine il piano ambientale non potrà essere perseguito per le sue condotte e verrà salvato anche dal reato di bancarotta se i soldi saranno investiti per la continuazione di impresa o per misure di tutela ambientale e sanitaria. Il governo ha posto quindi l’accento principalmente sui temi dell’ambiente e della produttività stabilendo che “L’affittuario o l’acquirente dovranno garantire continuità produttiva e rapidità dell’intervento” ma non offrendo alcuna garanzia scritta dal punto di vista occupazionale.
Decreto Ilva, il nodo dell’occupazione
Per quanto riguarda il piano occupazionale, 11 mila gli occupati diretti dell’Ilva di Taranto, l’azienda potrebbe essere divisa in una new company, dove convergere personale, impianti e attività produttive e bad company dove caricare debiti e contenziosi ambientali.
Sembra quindi che per quanto concerne le previsioni del piano ambientali e industriale il decreto segua quanto delineato dai commissari Enrico Bondi e Piero Gnudi anche se vi sarà uno slittamento delle prescrizioni che dovranno essere rispettate all’ottanta per cento entro luglio del 2015 prevedendo che il restante venti per cento, riguardante opere come la copertura dei parchi minerali, venga indicata dal presidente del consiglio con successivo decreto.
Delrio su Decreto Ilva
L’operazione quindi posticiperà di un anno l’ingresso dei privati, ma nel decreto vengono indicata molto dettagliatamente la copertura finanziaria: al commissario arriveranno 375 milioni dai fondi regionali per il 2015 e 2016 che andranno sommati ai 137 milioni per il 2015 provenienti dalla Cassa depositi e prestiti tramite Fintecna.
A questi fondi verranno poi sommati quelli dedicati alla città di Taranto sui quali il sindaco Ippazio Stefano conta con fiducia in seguito al colloquio intercorso con il sottosegretario Graziano Delrio: “Ci sarebbero buone notizie per la bonifica del Mar Piccolo, del quartiere Tamburi, della città vecchia e per il porto, e anche per le tutele occupazionali”