Plus/Minus: Alti e bassi della NBA
Superate anche queste feste natalizie, torna Plus/Minus, la rubrica NBA con attualmente il 70% di grassi in più. Celebriamo con voi queste festività dispensando buonismo e qualche tiratina d’orecchi in un unico calderone, sperando che il risultato non vi sia troppo indigesto.
Partiamo con i Chicago Bulls, che nella serata del 23 vincono la sfida al vertice contro i Toronto Raptors grazie a 49 punti segnati nel solo quarto quarto. Una prestazione da record che vale ai tori il primo plus natalizio e ai canadesi il primo minus. 49 punti certe squadre non li fanno in una partita intera. Sic..
Avvicinandosi alla magica notte poi, troviamo gli Charlotte Hornets che raggiungono la quarta vittoria consecutiva per la prima volta in stagione. Questo probabilmente è quanto di più simile potete trovare al celebre “miracolo sulla 34ma strada”. Non prendetevi però la briga di controllare a quanto siano arrivati, perché già nella notte di Santo Stefano è arrivato il KO per mano di OKC. Coerenti.
Poteva decisamente andare meglio l’esordio di Jameer Nelson, il play arrivato a Boston nella trade che ha portato Rondo in Texas sponda Mavericks. Alla prima di fronte ai suoi nuovi tifosi solo 1-6 al tiro in venti minuti. Spazio rimpianti nei commenti sotto.
La notte più attesa dell’anno ha visto il nostro Belinelli finire in diretta nazionale, pur sconfitto coi suoi Spurs, mentre sulla costa est si sono affrontati James e il suo recentissimo passato (e viceversa). L’ha spuntata tra i due contendenti Dwyane Wade, che ha portato a casa 31 punti e soprattutto la vittoria finale. Il grande ex, per la cronaca, è stato accolto dai suoi vecchi tifosi tra meritatissimi applausi. Dopo quattro finali e due titoli, ci mancherebbe altro.
Clamoroso pollice verso per i San Antonio Spurs, giunti alla settima sconfitta nelle ultime dieci partite. Tra il tentativo di risparmiare i suoi veterani, gli infortuni continui (a Leonard e Parker ma non solo) e un ovest iper competitivo, i campioni in carica sono a due gare di distanza dal restare fuori dai play off. Certamente cambieranno ritmo dopo la pausa dell’all star game, ma ad oggi un piccolo minus se lo prendono anche loro.
Minus che tocca anche ai Memphis Grizzlies, attualmente in striscia di quattro sconfitte consecutive. Causa principale ovviamente l’infortunio che gli ha tolto Zach Randolph. Ogni passo falso però rischia di sconvolgere la classifica per le prime posizioni, quindi meglio per loro che l’uomo senza collo torni il prima possibile.
Plus strameritato invece per Jared Dudley e Kenneth Faried. L’ala di Milwaukee ha chiuso la notte di Santo Stefano con 22 punti frutto di un perfetto 10 su 10 dal campo da record in casa di Atlanta. Il lungo di Denver ha portato invece a casa 26 punti e ben 25 rimbalzi contro Minnesota. Per entrambi anche la vittoria delle loro squadre a fare da ciliegina sulla torta. Aggiungiamo ai due anche Dirk Nowitzki che sempre stanotte (proprio contro i Lakers di Kobe che però era in borghese) è salito al numero otto nella classifica dei migliori realizzatori di sempre. Anche per lui Plus e vittoria finale.
Chiudiamo con un’operazione quantomeno controversa dei sempre più bistrattati Detroit Pistons. La squadra di Motor City come regalo di natale ai suoi tifosi ha tagliato Josh Smith, solamente il giocatore più pagato e teorica pietra angolare della ricostruzione solo un anno e mezzo fa. Chiaro che questo significa il fallimento del progetto tecnico imboccato dalla allora dirigenza, oltre che un danno economico per la franchigia che comunque continuerà a pagare al giocatore tutti e 26 i milioni di dollari che restano del contratto spalmandoli in cinque anni. Chiaro anche che Stan Van Gundy vuole tracciare una rotta nuova e per farlo non ha guardato in faccia a nessuno. Ci riserveremo di giudicare la cosa più avanti, anche se intanto, alla prima uscita senza J-Smoove (accasatosi nel frattempo a Houston per due spiccioli), hanno ottenuto una rara vittoria battendo i rivali di Indiana.
1 a 0 per Stan.