“Uomo dell’anno”, per Grillo è il pm Di Matteo
Alla vigilia del 2015 Beppe Grillo ha eletto – rendendolo noto con un post sul blog – il suo uomo dell’anno, il quale ha il volto del noto magistrato dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia Nino Di Matteo, definito dal leader del Movimento 5 Stelle come l’”Onesto”, quasi una rara figura mitologica in questa Italia nuovamente travolta da scandali e corruzione.
“L’uomo dell’anno è l’Onesto, una specie rara, ma ancora presente nel nostro Paese. Può sembrare un caso da manuale psichiatrico. Un signore (signora) che non si fa corrompere, che paga le tasse, che non parcheggia in doppia fila, che insegna ai suoi figli il piacere dell’onestà. Un problema in una società di disonesti in cui il figlio di… fa carriera e il meritevole deve emigrare, il magistrato onesto viene isolato dalle istituzioni”, scrive Beppe Grillo nel post, celebrando questo personaggio che a suo vedere si distingue nel più ampio panorama politico-istituzionale.
Poi prosegue con una denuncia più ampia, andando un’altra volta a rivolgere severe critiche ai protagonisti del momento della politica italiana come Renzi e Berlusconi, e parlando di Di Matteo come di una “mosca bianca”, un uomo con una forte etica e integrità professionale : “E’ un esempio in negativo per i corrotti e per gli acquiescenti. Dove infatti c’è l’Onesto, il disonesto appare in tutto il suo lerciume. L’Onesto, ogni tanto, si chiede chi glielo fa fare, poi pensa ai figli, all’idea di un mondo migliore e non si fa scoraggiare. La sua adrenalina sono i discorsi di fine anno di Napolitano che raccoglie religiosamente e usa come una droga nei momenti di sconforto, sono le minchiate quotidiane di Renzie e la faccia di Berlusconi, quello che ha fondato Forza Italia con Dell’Utri in frequentazione di mafia e ora in galera. Un trittico che sfiancherebbe un mulo ma non lui”.
#Onesto L'onestà tornerà di moda o il Paese affonderà nella merda. pic.twitter.com/1yNx6wcNxr
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 27 Dicembre 2014
Con metodo parabolico Grillo vorrebbe quasi far coincidere, prendendo a modello il magistrato, la figura dell’Onesto con quella di tutti i semplici cittadini italiani che pagano le tasse e tentano di costruirsi e assicurarsi un futuro in questo contesto caratterizzato da ipocrisia, mediocrità, corruzione e connivenze continue tra mafia e istituzioni. “Talvolta, mentre mangia la minestra la sera, tra un boccone e l’altro, la moglie gli chiede “Ma che vita ti sei scelto?” e lui non sa cosa rispondere. La verità è che non può essere che sé stesso e non sopporterebbe la sua immagine allo specchio se facesse parte dei disonesti. Non ha scelto lui, è che non ce la fa a delinquere, a mentire, a corrompere, a non mantenere la parola data. E’ più forte di lui, come una malattia. Così rimane in silenzio davanti alla moglie e mangia un altro boccone e pensa alle tante rate da pagare, alle bollette, al mutuo, alle tasse, mentre la televisione in sottofondo enuncia le mirabolanti imprese del Governo Renzie e gli arresti quotidiani dei politici corrotti”, dice Grillo, definendo Di Matteo come “una pecora nera” e, ironicamente, come “un cattivo esempio di onestà, di coerenza, di altruismo che fa risaltare la disonestà degli altri”.
Infine conclude con uno speranzoso augurio rivolto sia al magistrato palermitano che a tutti noi: “L’Italia infatti va avanti perché ci sono i fessi che lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono invece i furbi che non fanno nulla, spendono e se la godono. L’onestà tornerà di moda o il Paese affonderà nella merda. Tertium non datur. Onesto, per favore, non mollare”.