Prodi sì. Prodi no. Ieri un articolo di Repubblica aveva parlato di un’apertura di Berlusconi alla candidatura di Romano Prodi per il Quirinale. Oggi a porre fine a veti ed illazioni è uno dei più stretti collaboratori dell’ex premier, Giovanni Toti. “Non mi pare che, per la sua storia personale pur rispettabile e legittima, Prodi possa corrispondere all’identikit di presidente della Repubblica che serve al Paese. Serve una figura imparziale, un vero arbitro che non parteggi per una delle squadre in campo” afferma l’esponente azzurro in un’intervista al Corriere della Sera. Ci vorrà un confronto preventivo tra Pd, Fi e Ncd sul nome per il Quirinale? “Serve il dialogo più ampio possibile, con tutte le forze disposte a partecipare con spirito di condivisione”. Riforme prima del voto per il Colle? “Non contiamo le ore come a volte sembra fare Renzi, pensiamo ai risultati, e li vogliamo buoni”. Forza Italia rischia di arrivare divisa all’appuntamento con l’elezione al Colle, senza intesa ad esempio con Fitto. “Fi è il partito meno diviso di tutti – risponde Toti – il Pd ha guai ben peggiori, il M5S si sta sfaldando. Se arriveremo a una scelta condivisa, lo sarà da parte di tutto il partito”.
Anche il premier Matteo Renzi è intervenuto sull’argomento “Prodi al Quirinale”. “Gettare nomi importanti come quello di Romano Prodi nel tritacarne dei retroscena serve solo ad alimentare una chiacchiera che non accenna a diminuire nei mesi che ci attendono”. “Penso solo che per il Quirinale sia sempre importante che si arrivi a un nome in grado di unire, di trovare la più ampia condivisione possibile tra le forze politiche e nel Paese”.