Ugo Sposetti, politico del Pd di lungo corso con un passato nelle fila dei Ds in qualità di tesoriere, in un’ intervista rilasciata al Foglio a proposito dell’imminente elezione del nuovo Capo dello Stato svela interessanti retroscena e si lascia andare in significative riflessioni.
Spesso definito come il “re dei Gufi” nei confronti dell’attuale governo Renzi ed interrogato a proposito di questa etichetta spiega sibillino: “Ti credo che mi chiamano così: i gufi non esistono, stanno tutti con Renzi, e se uno non sta con lui diventa gufo…”
Il senatore lancia quindi un monito al premier per le prossime elezioni del Presidente della Repubblica: “I numeri ci sono, l’accordo politico c’è, il presidente della Repubblica si può eleggere anche al primo giro, se si usa intelligenza, e proprio per questa ragione consiglierei al segretario di non commettere errori, o leggerezze, e di non costringerci a forzature” concludendo quindi la sua argomentazione con un significativo “sennò si balla”, e minacciando una possibile duplicazione dei franchi tiratori rispetto ai 101 di un anno e mezzo fa. L’ex tesoriere Ds invita quindi Matteo Renzi ad agire con calma per attuare la successione di Giorgio Napolitano, che definisce “un grande presidente, che ha unito l’Italia in un passaggio difficile, uno come lui non lo troveremo più”.
Al premier dispensa alcuni consigli: “Non so che capo dello stato immagina Renzi, e sinceramente non mi interessa, so però che cosa occorre non sbagliare per evitare che la partita possa diventare complicata. Il massimo coinvolgimento dei grandi elettori, come detto da Renzi, è importante, e sono d’accordo con lui, ma suggerirei di non forzare eccessivamente con la legge elettorale, di non utilizzare, ancora, la strategia del prendere o lasciare, e di discutere, con saggezza, con chi non la pensa come lui. Ne dico una: che senso ha una soglia di sbarramento per i piccoli partiti se i piccoli partiti sono resi ininfluenti dal premio di maggioranza?”.
Tuttavia il timore maggiore di Sposetti in questa elezione non risiede nell’attuale clima politico – giudiziario che gli ricorda quello che a suo avviso portò nel 1992 all’elezione di Scalfaro: “Sono uno dei pochi parlamentari Pd che ha eletto tre presidenti della Repubblica e ricordo bene il clima che vi fu nel 1992, anni delle stragi di mafia, quando venne eletto un magistrato come Oscar Luigi Scalfaro”.
Il timore di Sposetti si fonda sull’attuale “attivismo delle procure” che nella sua opinione potrebbe influenzare le prossime elezioni: “Oggi registro una pressione sulla politica forte, come allora, per far sì che al Quirinale possa arrivare una persona che rappresenti la parola legalità. Spero che questo attivismo delle procure sia casuale e che la tempistica non sia legata a qualche appuntamento particolare. Ma l’attivismo c’è. E quando l’attivismo deborda, o tracima, la politica deve stare attenta. Far eleggere alle procure il presidente della Repubblica non mi sembra una grande idea”.