Europa Quotidiano non chiude ma passa nelle mani del Pd. Quindi a produrre e confezionare il ‘giornale’ sarà l’ufficio stampa del Pd.
Qualche mese fa abbiamo salutato la chiusura di altri due storici giornali di partito come L’Unità e La Padania a testimonianza di un periodo duro per l’editoria. Stefano Menichini, direttore storico di Europa, saluta lettori e collaboratori con un messaggio di speranza e confidando che nel futuro qualcosa possa muoversi per recuperare il patrimonio di informazione e di idee alimentato dalla nascita di Europa sino ai suoi ‘ultimi giorni’ da direttore.
Menichini saluta Europa Quotidiano “Trattatelo bene”
La notizia buona di fine d’anno è che “Europa” rimane on line. Sarà prodotta e tenuta in rete dal Pd, con una redazione quasi completamente cambiata. Per chi rimane fuori (compreso l’ex direttore) si sospende una bella esperienza di dodici anni, con più luci che ombre. E un lavoro svolto che presto magari tornerà utile. Anno nuovo, Europa cambia. Per sopravvivere: cambia molte cose, ma non si spegne e questo era l’obiettivo più importante alla fine di un 2014 che ci ha visto più volte sull’orlo della chiusura e che s’è già portato via molte altre testate a cominciare dai cugini dell’Unità….
…Sicché in questa fine d’anno la situazione è che la testata è ormai di proprietà della Fondazione Eyu, promossa e posseduta dal Pd, che vuole continuare a tenere Europa digitale in vita ma ha pochissimi soldi per farlo.
….Di qui la decisione assunta dal partito: da gennaio 2015 Europa verrà prodotta presso la sede del Nazareno, a opera di alcuni colleghi attualmente in forza all’ufficio stampa del Pd integrati da una estrema minoranza dei redattori che hanno fatto il giornale in questi anni. Appena possibile, ci si dice, riprenderanno gli sforzi per trovare nuovi soci e ulteriori risorse. Per ora si salvano le testate ma non coloro che hanno dato loro valore.
Europa e Donneuropa continueranno dunque a uscire, in versioni ovviamente riviste e ridotte rispetto alle attuali. E questa mi pare la cosa più importante, una soddisfazione anche per me personalmente. La scelta del direttore per la nuova fase spetterà alla nuova proprietà.
A Europa, a Donneuropa, alle colleghe e ai colleghi che ci lavoreranno, va tutto l’incoraggiamento e l’affetto: vi consegnamo un testimone che per tanti lettori è utile e prezioso, trattatelo bene.
Noialtri che restiamo fuori, quorum ego, accettiamo volentieri auguri di buona navigazione nel mare tempestoso della crisi più drammatica che l’editoria abbia mai conosciuto. Ci sono in questa vicenda persone, famiglie, che dopo aver lavorato bene e molto, per tanti anni, devono affrontare difficoltà autentiche nella più grande incertezza nonostante le promesse di riassorbimento ricevute.
Io ho partecipato alla fondazione del giornale (lo disegnammo insieme, con Andrea Mattone, nell’estate del 2002) e per quasi dieci anni l’ho diretto. È stata l’esperienza di una vita, dalla quale ho molto più preso che dato. Ho avuto compagni di lavoro bravissimi, ed è stato bello e divertente il clima nel quale Europa è stata pensata e prodotta ogni giorno. La soddisfazione più grande è stata veder crescere giovani giornalisti e dare un’altra occasione a colleghi esperti (primo fra tutti Federico Orlando), tutto sempre in allegria: chi è andato in giornali più importanti, racconta in giro di una redazione intelligente, simpatica e solidale. È un risultato molto gratificante per chi quella redazione l’ha diretta, un piccolo grande onore che mi rende più lieve un momento triste.
Vedremo se, come, quando e dove, tutto questo lavoro svolto tornerà utile. Buon anno.