“Mi piacerebbe che la determinazione che il premier Renzi ha messo sulle nuove regole del lavoro la mettesse anche nella lotta alla mafia”. Queste, le parole di Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, parlando all’Ansa dell’azione dell’esecutivo guidato dal segretario del Partito Democratico nel contrasto alle mafie.
“Segnali sono stati dati ma bisogna fare di più”
La numero uno dell’Antimafia ha sottolineato, poi, come la corruzione e la criminalità organizzata incidano pesantemente sull’economia, comportando numerose disuguaglianze. “Segnali sono stati dati”, affermato Bindi, che, però sostiene che “bisogna fare di più”. Per l’ex ministro dei governi Prodi, infatti, “il Paese non crescerà” se non ci sarà “una lotta senza quartiere alla mafie ed alla corruzione”, che rappresentano “l’ipoteca più grande” per il nostro Paese.
“Per l’economia italiana pesa di più la mafia di quanto non abbia influito l’articolo 18”, ha affermato l’ex presidente del Partito Democratico, che ha ricordato alcune azioni del governo come l’approvazione della norma di autoriciclaggio e la nomina di Raffaele Cantone a presidente dell’Autorità Nazionale dell’Anticorruzione, e le reazioni immediate “ai fatti dell’Expo” e “all’inchiesta di Mafia Capitale”.
Mafia Capitale: “Nuove audizioni di Pecoraro e Marino”
Proprio in quest’ultima vicenda, la più recente in ordine cronologico, Rosy Bindi ci vuole vedere chiaro. Sostenendo che “prefettura e Comune dovevano controllare meglio”, la deputata del Pd ha annunciato due nuove audizioni in commissione, probabilmente a gennaio, del sindaco e del prefetto della Capitale.
“Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro verrà riascoltato dalla Commissione parlamentare Antimafia e ci sarà una nuova audizione anche del sindaco di Roma, Ignazio Marino” ha affermato Bindi.
“Al Quirinale un uomo autonomo, libero e autorevole”
Passando a parlare di un altro tema attuale, cioè le nuove ed imminenti elezioni per la scelta del nuovo Capo dello Stato, Rosy Bindi sostiene che questo non sia “il momento di fare nomi”. Per il presidente dell’Antimafia però, il nuovo inquilino del Quirinale dovrà essere un personaggio autorevole che possa agire in autonomia e libertà. “ Io lavorerò perché sia scelta una persona che abbia la libertà e l’ autonomia necessarie”, ha affermato l’ex numero uno del Nazareno, che ha sottolineato come “la forza che hanno esercitato Scalfaro, Ciampi e Napolitano nasce dal fatto che avevano autonomia, libertà, autorevolezza”, al di là della loro appartenenza ad uno specifico partito.