Palestina Onu: battuta d’arresto alla votazione decisiva
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha respinto la risoluzione palestinese che chiedeva il ritiro delle truppe israeliane dalla Cisgiordania entro tre anni. Era l’ultimo passo da compiere prima di poter avanzare la richiesta di riconoscimento dello Stato Palestinese alle Nazioni Unite. Ryad Mansour, ambasciatore palestinese alle Nazioni Unite, ha commentato: “il Consiglio di Sicurezza non è ancora pronto ad ascoltare il nostro messaggio”.
Il voto
La risoluzione ha ricevuto 8 voti favorevoli (Russia, Cina, Francia, Giordania, Chad, Lussemburgo, Argentina, Cile), 2 contrari (Usa e Australia) e 5 astensioni (Regno Unito, Ruanda, Nigeria, Lituania, e la Corea del Sud). L’approvazione sarebbe scattata a quota 9 voti favorevoli: alla fine si è rivelata determinante l’astensione della Nigeria.
Un funzionario palestinese che ha preferito restare anonimo, intervistato dal The Guardian, ha detto che: “anche mezz’ora prima del voto la Nigeria aveva confermato il suo voto favorevole alla risoluzione”.
Alcuni media israeliani hanno riferito che sul cambiamento di rotta hanno pesato le telefonate di John Kerry, Segretario di Stato Usa, e di Benjamin Nethanyahu, premier israeliano, al Presidente nigeriano Goodluck Jonathan. Kerry e Nethanyahu, secondo le stesse indiscrezioni, avrebbero chiamato anche il Presidente del Ruanda per chiedergli di non sostenere la risoluzione.
Le reazioni
Imbarazzo scampato per gli Usa: nonostante i cattivi rapporti tra l’amministrazione americana e Netanyahu, avevano promesso di opporre il proprio veto nel caso di approvazione. Samantha Power, ambasciatore Usa al Palazzo di Vetro, però, si è affrettata a precisare che “abbiamo votato contro non perché siamo d’accordo con lo status quo ma perché la pace deve essere risultato di compromessi difficili condotti al tavolo negoziale”.
Dal canto suo, il ministro degli Esteri israeliano Liebermann, dopo l’esito della votazione, ha criticato l’atteggiamento di alcuni paesi europei, a suo avviso, troppo solidali con l’iniziativa “unilaterale” promossa dall’autorità palestinese.
Tuttavia, la Francia ha assicurato che si tornerà presto a votare, forse tra poche settimane, su un nuovo testo. Saeb Erekat, capo negoziatore palestinese, paventa un risultato molto diverso non appena cambieranno i membri del Consiglio di Sicurezza. Giovedì entreranno a far parte dell’organismo in seno all’Onu 5 nuovi paesi “più in sintonia con la causa palestinese” ha dichiarato Erekat.