Inizia il countdown. Dopo il fallimento delle elezioni presidenziali, che hanno decretato la fine della legislatura, in Grecia è partito il conto alla rovescia verso le elezioni politiche del 25 gennaio. E, con la campagna elettorale, è partita anche la guerra dei sondaggi.
Sondaggi Grecia, Tsipras in testa
Le varie società demoscopiche sono concordi su un punto: Syriza, il partito di sinistra guidato da Alexis Tsipras, è nelle intenzioni di voto il partito di maggioranza relativa. L’ultimo sondaggio di Marc dà il partito di Tsipras appena sopra il 28%. La distanza con i conservatori di Nuova Democrazia oscilla tra i 3 ed i 6 punti, un vantaggio risicato, specie se si considera l’alta fetta di elettorato – oltre un terzo – ancora indeciso.
Ma per Tsipras le incognite non finiscono qui. La legge elettorale greca – se i sondaggi attuali si traducessero in realtà – non consegnerebbe a Syriza la maggioranza assoluta dei seggi, requisito difficilmente prescindibile per la formazione di un nuovo governo, stante l’attuale polarizzazione politica ellenica. E così Tsipras potrebbe essere costretto a trovare un alleato, impresa non facile se si considerano i difficili rapporti sia con i comunisti del KKE che con i socialisti del PASOK. Senza dimenticare che questi ultimi, secondo gli ultimi sondaggi, sembrano in caduta libera, attestandosi ad un 4.6% che non è molto lontano da quel 3% che rappresenta la soglia di sbarramento per l’ingresso in Parlamento. Poi ci sarebbe la nuova sinistra di Potami, con la quale però raggiungere un’eventuale intesa non sarà così automatico.
L’allarme di Samaras
Ma Antonis Samaras, attuale premier nonché leader di Nuova Democrazia, non si dà per vinto. “Vinceremo noi”, è il mantra che ripete da giorni. Confidando magari in un remake del 2012, che vide ND passare in un solo mese – dalle politiche di maggio a quelle di giugno – dal 18.6% al 29.6%, dato sufficiente per assicurarsi il premio di maggioranza di 50 seggi assegnato alla miglior lista.
Per tentare la scalata, Samaras ha alzato la soglia dello scontro, cercando di scuotere le coscienze degli indecisi parlando di scelta tra “Europa o caos”, suscitando la reazione stizzita di Tsipras, che lo ha accusato di fare “terrorismo mediatico” e ha ribattuto: “Il popolo ha l’esperienza, la conoscenza e la scelta nelle sue mani. Potrà scegliere la strada dei memorandum oppure quella della salvezza sociale”.
Se Samaras parla di “permanenza del Paese in Europa” quale posta in gioco – e aggiunge: “la Grecia si trova molto vicino alla salvezza definitiva. Se il popolo fa la scelta giusta, il populismo questa volta sarà sconfitto definitivamente” – non meno duro è Evangelis Venizelos, leader del PASOK, che definisce la situazione attuale “un ricatto delle istituzioni con l’aiuto del partito di Chrysi Avgi”, cioè i filonazisti di Alba Dorata. E aggiunge: “Si tratta di una interruzione artificiale della legislatura avvenuta contro la volontà del popolo greco”.
E intanto intervengono anche le società di rating, con Fitch che dichiara: “I negoziati con i creditori ufficiali (Ue e Fmi) e l’eventuale ritorno della Grecia sul mercato obbligazionario saranno rinviati”, in attesa dell’esito elettorale. Che potrebbe portare ad un nuovo stallo ed ulteriori incertezze.