Per quest’anno il tradizionale blocco degli sfratti per i contratti in fine locazione non ci sarà. Per la prima volta dopo anni, il provvedimento non è stato inserito nel decreto Milleproroghe per l’anno 2015, che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 dicembre. Le associazioni di categoria degli inquilini, però, lanciano l’allarme.
Dal Sunia: “30 mila famiglie a rischio”
I beneficiari di questo prolungamento dei termini erano essenzialmente persone che, al di sotto di un reddito annuo di 27 mila euro, sono in difficoltà per avere a carico persone malate o più figli piccoli.
Persone a cui non è stato rinnovato il contratto d’affitto scaduto, ma che “pagano regolarmente” e che “non sono in condizione di trovare sul mercato un altro alloggio adeguato alle loro possibilità”, ha ribadito Daniele Barbieri, segretario del Sunia, il sindacato degli inquilini, che, nei giorni precedenti, aveva scritto insieme all’Unione Inquilini una lettera aperta al premier Matteo Renzi affinché la proroga venisse rinnovata.
“Nei prossimi giorni 30 mila famiglie rischiano lo sfratto”, ha ribadito Aldo Rossi, segretario nazionale del Sunia, lanciando un campanello d’allarme.
Il ministero delle Infrastrutture: “stanziati fondi affitto per 446 milioni” Il Ministero delle Infrastrutture, però, stigmatizza quanto avvenuto, ribattendo che il mancato inserimento è avvenuto per l’incremento complessivo di 446 milioni per il fondo affitto e quello per morosità incolpevole, previsti dal Decreto Casa.
Una spiegazione, quella fornita da Porta Pia, che non soddisfa Barbieri, il quale ha precisato che “la categoria degli inquilini in questione non è interessata dai fondi di cui parla il ministero”.
Confedilizia: “il governo ha terminato una liturgia” Soddisfazione, invece, è stata espressa da Corrado Sforza Fogliani, segretario di Confedilizia. “Il governo evita il 31° blocco degli sfratti: ha rotto la rituale liturgia”, ha affermato il numero uno dell’organizzazione dei proprietari immobiliari, che ha sottolineato come il nuovo blocco “sarebbe stato il 31°, in ragione di più di uno all’anno dall’infausta legge dell’equo canone, che non risolse alcun problema ma al contempo ne creò tanti”.