Jobs Act, viceministro al Lavoro Teresa Bellanova sotto scorta
Jobs Act, Bellanova sotto scorta. Il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova è stato messo da alcuni giorni sotto protezione in seguito alle minacce ricevute. “Da oggi avrai due angeli custodi” queste le parole di Matteo Renzi alla deputata del Pd.
Bellanova, giunta al terzo mandato parlamentare, è stata da sempre in prima linea per la definizione e l’approvazione del Jobs Act.
Delle minacce che avrebbe ricevuto hanno dato tre le prime le testate giornalistiche La Gazzetta del Mezzogiorno e il Nuovo Quotidiano di Puglia. Minacce che hanno reso la decisione di assegnarle una scorta “non più rinviabile” secondo quanto riferito dal premier Renzi.
I precedenti D’Antona e Biagi
Come ogni riforma del lavoro, anche il Jobs Act è accompagnato da un clima di forte tensione sociale. È nella memoria di tutti la sorte toccata prima a Massimo D’Antona nel 1999, e poi a Marco Biagi nel 2003. Entrambi i giuslavoristi lavoravano per cambiare le regole del mercato del lavoro. Sono stati entrambi uccisi dalle “Nuove Brigate Rosse”. Biagi, tra l’altro, la scorta non ce l’aveva nemmeno.
Bellanova: “Sono serena e ho fiducia nello Stato”
Teresa Bellanova, che può vantare una vasta esperienza sindacale, si è mostrata tuttavia tranquilla: “Sono serena e ho fiducia nello Stato. Non saranno questi episodi, sia pure incresciosi, a fermare il mio impegno per le comunità e il mondo del lavoro”. E ha aggiunto: “Non volevo essere accompagnata e solo fino a pochi giorni fa potevo andare da sola in auto o a fare una passeggiata a piedi”. Da Lecce, dove è rientrata per le festività, la Bellanova ha continuato a difendere il Jobs Act anche nei giorni scorsi: “Non mi fermerò davanti a niente e porterò fino in fondo le responsabilità della delega che mi è stata assegnata. Nessuna minaccia mi fermerà”.
Solidarietà da Cgil, Pd e Forza Italia
Solidarietà e vicinanza alla Bellanova è stata espressa dalla Cigl: “Condanniamo senza appello le gravi minacce che hanno colpito il sottosegretario. Il confronto di idee non può e non deve mai degenerare sul piano della violenza. Per questo vogliamo esprimere al sottosegretario Bellanova il nostro totale sostegno”.
Solidarietà espressa anche dalla segreteria provinciale del Pd: “Siamo convinti che il lavoro svolto dal nostro sottosegretario, insieme a tutta la deputazione salentina, sia prezioso e fecondo per il nostro territorio, le nostre comunità e il Paese intero”.
Nella nota diffusa nella mattinata di ieri si legge ancora: “Fatti incresciosi come questi destano allarme e preoccupazione. Il confronto politico, anche serrato, e la vita democratica non possono essere inquinati da minacce ed elementi di conflitto antidemocratico che vanno respinti con tutta la forza di cui la politica e il nostro partito è capace”.
In serata sono arrivate le parole di Emanuele Fiano, Responsabile sicurezza del Pd e capogruppo in Commissione Affari Costituzionali alla Camera del Deputati: “Evidentemente non è stata ancora debellata in Italia la patologia di chi pensa che la diversità di opinioni si risolva con le minacce o con la violenza”.
Al coro solidale si è unito il parlamentare Rocco Palese di Forza Italia: “Le deprecabili minacce ricevute dal sottosegretario Bellanova vanno respinte al mittente dallo Stato e da tutta la politica e non vanno assolutamente sottovalutate in questo momento di profondo cambiamento del mercato del lavoro e, quindi, di tensioni sociali gravi e pericolose”.