In Mozambico lo stesso duello si ripete da 40 anni, da quando il paese ha raggiunto l’indipendenza. Dopo essersi fronteggiati in una sanguinosa guerra civile, dal 1975 al 1992, FRELIMO (Fronte di Liberazione del Mozambico) e RENAMO (Movimento di Resistenza Mozambicano), adesso sono i due maggiori partiti del paese, hanno replicato la stessa tensione all’interno delle istituzioni che si vorrebbero democratiche.
Nyussi Presidente
Le elezioni in Mozambico si sono svolte ad Ottobre. 11 milioni di elettori sono stai chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente e i 250 membri del Parlamento. Dalla conta dei voti il primo partito è risultato essere il FRELIMO con il 55,68% delle preferenze. Filipe Nyussi, il suo candidato alla presidenza, ha raccolto il 57% dei favori.
RENAMO ha raccolto solo il 32,95% delle preferenze. Il leader del movimento Afonso Dhlakama non ha superato i 37 punti di percentuale. Da rilevare l’exploit del “piccolo” Mdm (Movimento per un Mozambico Democratico) attestatosi all’8,4%, con il suo candidato Daviz Simango fermo al 6,4%. Nel nuovo parlamento 144 seggi andranno al FRELIMO, 89 al RENAMO e solo 17 all’Mdm.
La conferma dei risultati da parte del Consiglio Costituzionale, il supremo organo di controllo sull’espressione popolare, è arrivata solo il 30 Dicembre. Nyussi succederà all’attuale Presidente Armando Guebuza, in carica da due mandati consecutivi per un totale di 10 anni. Dhlakama, il leader di RENAMO, si è affrettato a contestare la decisione del Consiglio Costituzionale nonostante le dichiarazioni degli osservatori della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc), che avevano definito le elezioni nel complesso libere, corrette e credibili.
“La Renamo ha contestato tutti i risultati elettorali degli ultimi 20 anni – ha confermato all’agenzia di stampa Bloomberg Alex Vines, responsabile per l’Africa del think thank britannico Catham House – e si mantiene fedele a questa forma: anche se è innegabile che ci siano stati dei problemi nel processo elettorale, nessuno a esclusione della Renamo ritiene che tali problemi abbiano avuto conseguenze rilevanti sui risultati”.
Non solo potere
Nyussi non possiede un grande carisma ma è il “braccio destro” di Gambueza. Non sarà altro che un presidente in pectore, questa l’opinione di molti, quindi la linea politica gli verrà dettata proprio da Gambueza. A quest’ultimo va riconosciuto comunque il merito di voler preservare le apparenze, al contrario di molti suoi colleghi africani che forzano o, addirittura, modificano la Costituzione pur di rimanere saldi al potere.
Dal canto suo, Dhlakama vuole governare, a prescindere dal risultato. Il leader di RENAMO ha annunciato che formerà un “esecutivo parallelo”, grazie alle risorse delle province centrali dove il movimento è maggioritario, se FRELIMO non accetterà di formare un governo di coalizione. Non è quindi da escludere una potenziale escalation di violenza. Dhlakama sente che questa è la sua ultima occasione per accedere alla stanza dei bottoni ma in ballo c’è ben più della mera conquista del potere.
Secondo i calcoli della Standard Bank il 90% della popolazione del Mozambico vive con meno di 2 dollari al giorno, dati confermati dalla posizione del paese nell’indice sullo sviluppo umano delle Nazioni Unite (185esimo su 187). Tuttavia, agli inizi del 2000 nel Nord, nell’area Rovuma Basin, sono stati scoperti dall’Eni in joint venture con la texana Anadarko circa 2400 miliardi di metri cubi di gas liquido.
Si prevede che nel 2018 il Paese potrebbe esportare 20 milioni di tonnellate di liquified natural gas all’anno (attualmente del valore di quasi un miliardo di dollari al mese). L’Eni, insieme all’Anadarko, è pronta a investire 60 miliardi di dollari nei prossimi sei anni. Gli ultimi dati del Fondo Monetario Internazionale prevedono che il Pil del Paese (+ 8% nel 2015), se le estrazioni continueranno ad aumentare, crescerà del 2% di anno in anno fino al 2023.