In una lettera indirizzata agli attivisti del Partito Democratico, Matteo Renzi ha illustrato l’agenda del suo governo per il 2015, a partire dalla scelta per il successore al Colle di Giorgio Napolitano. “Sono certo – scrive il premier – che il Pd sarà decisivo nello scegliere insieme a tutti un arbitro equilibrato e saggio, il garante super partes delle istituzioni”. Nel futuro immediato del partito, oltre all’elezione del prossimo Capo dello Stato, passaggio “delicato e difficile”, si affacciano numerose sfide: legge elettorale, riforme costituzionali e importanti scadenze come l’Expo 2015 e la candidatura italiana ai Giochi Olimpici del 2024.
Italicum e riforme costituzionali – “Nel 2015 porteremo a termine l’iter parlamentare delle riforme costituzionali. Un lavoro di portata storica”, scrive Matteo Renzi. Poi aggiunge: “Il Presidente Napolitano ha spiegato bene come il bicameralismo paritario sia stato il più grande errore della Assemblea Costituente. Faremo chiarezza sul ruolo delle regioni, elimineremo gli enti inutili, semplificheremo il processo legislativo. Davvero un grande passo in avanti”.
Il primo passo, assicura Renzi, sarà l’Italicum: “Tra di noi eravamo divisi tra chi voleva i collegi (modello Mattarellum) e chi le preferenze (come in Consiglio comunale). Avremo gli uni e gli altri. Per ogni collegio un candidato del partito, che girerà Comune per Comune, strada per strada, quartiere per quartiere e si farà vedere, riconoscibile, come il volto del Pd. E poi lo spazio, comunque, per le preferenze. Rottameremo le liste bloccate e insieme a loro rottameremo l’inciucismo perché la sera delle elezioni sapremo chi ha vinto. E chi vince avrà la maggioranza per governare senza ricatti dei partitini”.
Jobs Act e politica industriale – Portato a casa il Jobs Act, prosegue Renzi, adesso per il governo è tempo di continuare “a operare per una politica industriale degna di questo nome e per norme più semplici. Meno alibi, più diritti”. “Dobbiamo però continuare sulle crisi aziendali”, insiste il premier. “Il primo gennaio si è aperto col primo volo Alitalia Etihad. Da Terni a Taranto, da Termini Imerese a Piombino, da Reggio Calabria a Trieste, da Avellino a Genova sono tante le aziende che hanno visto sbloccate le crisi. Ma dobbiamo attrarre investimenti con più determinazione. Per farlo – aggiunge il segretario del Pd – è fondamentale che la grande opera di riforma della giustizia civile e del fisco vada avanti secondo i tempi stabiliti. Dobbiamo arrivare ad avere tempi europei e un sistema di certezza del diritto che in questi anni è cambiato”.
Pubblica Amministrazione – Sul capitolo Pubblica Amministrazione, Renzi è categorico: “Il Parlamento dovrà licenziare la legge delega sulla PA. Meno sprechi, tempi certi delle risposte del pubblico, grande investimento nel digitale, semplificazione e efficienza. Perché i tanti bravissimi funzionari pubblici che lavorano con onore hanno il diritto di non essere infangati da furbetti e furbastri”.
Il calendario del 2015 – Il calendario del 2015 sarà fitto di impegni. Per gennaio sono previsti provvedimenti su economia e finanza. Febbraio sarà il mese della scuola, assicura Renzi. “La vera riforma che rimette in moto l’Italia – afferma nella lettera – è quella che tiene insieme la sfida educativa, partendo dalla scuola (iniziate a segnarvi questa data: 22 febbraio, Roma), con l’innovazione culturale, dalla Rai ai musei, dal teatro all’opera, dal cinema al design. Qui sta l’identità italiana. Qui sta la ricchezza dei nostri figli. Qui sta il nostro passato e il nostro futuro”. “A marzo il Green act, sull’economia e l’ambiente in vista della grande conferenza di Parigi 2015. Aprile sarà il mese di cultura e Rai. A maggio tutti i riflettori sul cibo, agricoltura, turismo, made in Italy: arriva l’Expo. A giugno i provvedimenti sulle liberalizzazioni e prima dell’estate il punto sullo sport anche in vista della candidatura per le Olimpiadi del 2024”.
“Difficile fare meglio del 2014” – Dal punto di vista elettorale, per il Pd sarà difficile ripetere i successi del 2014, secondo Renzi. Ma al momento le urne non sono nei pensieri del premier: “Tra tre anni, quando torneremo a votare, i cittadini ci diranno se abbiamo avuto ragione a provare la strada coraggiosa e impervia delle riforme a tutto campo con questa legislatura”.