Pur criticato quasi ogni giorno da esponenti di entrambe le fazioni politiche e nonostante le continue divergenze di vedute dei due firmatari, che periodicamente lo portano sull’orlo della rottura,il Patto del Nazareno non cade. L’accordo stipulato dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e dal premier-segretario PD Matteo Renzi il 18 gennaio 2014 nella sede del Partito Democratico a Roma per decidere la nuova legge elettorale, la riforma del titolo V della costituzione e del Senato.
E anche se le riforme stentano a decollare e si moltiplicano i malumori in casa PD e Forza Italia, dove molti parlamentari incominciano a dissentire dal contenuto di quell’accordo che non sta affatto soddisfacendo le aspettative, molto difficilmente sarà Silvio Berlusconi a far saltare il banco. Troppi infatti sono i temi cruciali in ballo in questo inizio 2015 perché l’ex Cavaliere possa permettersi il lusso di perdere un alleato potente come Renzi: a partire dall’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Il timore maggiore per Berlusconi è verosimilmente l’elezione a capo dello Stato dell’acerrimo nemico Romano Prodi. Il nome del Professore, che sembrerebbe trovare i consensi anche da parte di Sel e Movimento 5 stelle, potrebbe quindi estromettere dalla partita i forzisti.
Matteo Renzi sarebbe in ogni caso restìo a rompere il patto con Berlusconi appoggiando la candidatura del fondatore dell’Ulivo, ma difficilmente potrà opporre ancora a lungo ai suoi la fedeltà al patto del Nazareno specialmente se il candidato presenta le credenziali giuste per una rapida elezione. Particolarmente significative a proposito sono state infatti le parole di elogio espresse dal bersaniano Miguel Grotor a proposito della candidatura di Romano Prodi: “Renzi accetti la sfida dell’autonomia, della diarchia, del doppio motore governo-presidenza della Repubblica. La scelta non può essere il distillato del Patto del Nazareno. Una figura come l’ho descritta serve all’Italia ma anche allo stesso Renzi: ci aspetta un periodo duro in economia e in Europa.”
Ma i benefici del patto del Nazareno e dell’amicizia con Renzi potrebbero comportare un grande prezzo da pagare per Berlusconi; infatti un terzo dei parlamentari FI si sta dimostrando particolarmente insofferente all’opposizione di facciata voluta dall’ex Cavaliere e starebbe raccogliendo sempre maggiori consensi Raffaele Fitto considerato l’uomo adatto a dare un nuovo corso al partito. Il pericolo scissione si avvicina quindi sempre di più e Berlusconi dovrà capire come mantenere l’equilibrio se vuole restare il leader del centrodestra.