L’istituto Doxa è uno dei più anctichi in Italia, e dopo essersi occupata di politica, da molto tempo si occupa soprattutto di analisi sociali, e indagini sui mutamenti della società.
Per la fine del 2014 come gli anni precedenti ha indagato in un sondaggio le sensazioni degli italiani per l’anno successivo, l’ottimismo o il pessimismo, la differenza tra i due.
Il numero di chi si aspetta per il 2015 prosperità economica è risalito, dal 4% al 10%, tornando ai livelli del 2009 quando ci si aspettava (e in parte avvenne) un rimbalzo dalla crisi.
Rimane maggioranza relativa la percentuale di coloro che si aspettano che la situazione econoomica rimarrà come ora. Tuttavia questa percentuale nel sondaggio di quest’anno è in calo rispetto agli anni scorsi, di 7 punti rispetto all’anno prima e di 12 rispetto al 2011.
E’ evidente che le opinioni si sono ancora una volta radicalizzate, come accade nei periodi di lotta politica più acuto, come durante i governi Prodi e Berlusconi, mentre negli anni di Monti e Letta vi era stata maggiore neutralità.
Infatti aumentano coloro che pensano che il 2015 sarà di difficoltà economica, il 41%, il 7% in più rispetto a 3 anni fa, anche se non si raggiungono i record del 2008, all’indomani del fallimento di Lehman Brothers.
In tutto ciò aumenta di 3 punti l’indice “Net Hope”, ovvero la differenza tra opinioni pesssimiste e ottimiste nello stesso sondaggio. Si rimane comunque in terreni ampiamenti negativi, visto che parliamo del -31%, dato molto simile a quelli di del 2009 o del 2011.
Il pessimismo pare ormai una costante dell’opinione pubblica italiana, possiamo solo sperare in questi modesti aumenti di ottimisti dai valori così bassi in cui sono, senza tuttavia pensare di raggiungere quei livelli di fiducia nel futuro che sono tipici di Paesi che stanno ora percorrendo quel boom economico che per noi è solo un lontano ricordo.