Usa-Italia, Obama chiama Napolitano e si congratula per l’operato del Presidente
Due presidenti, due nazioni, quasi un decennio alle spalle. In qualche modo hanno segnato la storia dei rispettivi paesi Napolitano e Obama, adesso, il loro incarico volge al termine. Il primo ha già un piede fuori dal Colle, mentre il secondo comincia a far spazio a Hilary Clinton pronta a prendersi la “sala ovale” nel 2016, Jeb Bush permettendo. Ieri si sono sentiti per telefono.
La telefonata
Barack Obama ha chiamato Giorgio Napolitano e lo ha ringraziato per la sua “autorevole leadership” e il “duraturo impegno per le relazioni Usa-Italia” profuso durante il suo “storico mandato”.
Il Presidente americano – si legge nel comunicato stampa diramato dalla Casa Bianca – “ha sottolineato i maggiori contributi di Napolitano alla politica e al benessere economico non solo della sua nazione ma dell’Europa e della Comunità Transatlantica intera”.
Obama ha elogiato “la lunga e costante dedizione all’Unione Europea e alle relazioni Ue-Usa” di Giorgio Napolitano. Infine, secondo il resoconto della telefonata, i due presidenti hanno discusso delle condizioni economiche dell’Europa convenendo sulla necessità di apportare riforme strutturali insieme a misure di sostegno alla crescita.
Anche nella nota diffusa dal Quirinale si descrive un dialogo intenso e cordiale. In essa si può leggere che i due presidenti, oltre a riscontrare la necessità di un rilancio congiunto dell’economia americana e di quella europea, si sono ripromessi di continuare a rimanere in contatto a livello personale, quindi, di incontrarsi appena possibile a Roma o a Washington.
Un’amicizia di vecchia data
Il Presidente Obama non ha mai nascosto l’apprezzamento per Giorgio Napolitano. Si può dire che Obama considera Napolitano “una roccia”, tanto per citare un’espressione pregnante di John R. Phillips, ambasciatore Usa in Italia e San Marino, intervistato dal Tg1. Prima Berlusconi, poi Monti, Letta e ancora dopo Renzi, la politica italiana, tra quelle europee si è rivelata la più astrusa, la più difficile da comprendere per l’inquilino della Casa Bianca.
Napolitano si è rivelato un ottimo narratore degli equilibri e delle geometrie di casa nostra. D’altronde, già da dirigente del PCI, negli anni ’70, il Segretario di Stato Usa Henry Kissinger lo aveva eletto tra i suoi interlocutori preferiti, qualificandolo come “il mio comunista preferito”.
Tuttavia, a essere apprezzata dal Presidente americano è stata soprattutto la sua capacità di rimanere un “punto fermo” nelle relazioni Usa-Italia e in quelle Usa-Ue. A questo proposito. il Financial Times, nei giorni successivi alla seconda elezione, aveva soprannominato proprio Napolitano come “il burattinaio chiamato a curare la paralisi a Roma”.