“Se non avessi presentato Scelta Civica alle elezioni del febbraio 2013, forse molti penserebbero a me come successore di Giorgio Napolitano”. Il senatore a vita ed ex presidente del Consiglio Mario Monti, intervistato dal quotidiano La Stampa, torna a ribadire un pensiero familiare a tutti quelli che, nel dicembre 2012, appresero con sorpresa della decisione dell’allora premier di “salire in politica” con una sua lista, nonostante Monti avesse più volte sostenuto di non volersi candidare. La nascita di Scelta Civica e la deludente performance elettorale che ne seguì, chiusero in faccia a Monti le porte del Quirinale, pronte a spalancarsi per lui dopo l’uscita di scena – poi posticipata – di Giorgio Napolitano.
“Ma c’è un piccolo particolare”, aggiunge il senatore: “oggi non ci sarebbe da eleggere un Presidente della Repubblica, perché nell’aprile 2013, senza Sc, in Parlamento ci sarebbe stata una maggioranza sufficiente a eleggere un nuovo Presidente. Un esponente del centro-destra sarebbe stato eletto Capo dello Stato (verosimilmente il senatore Berlusconi) e un altro suo esponente sarebbe diventato capo del governo”.
Sui papabili più quotati nella corsa al Colle, Monti è sicuro: “Romano Prodi e Mario Draghi mi pare siano due potenziali candidati di prima grandezza”. “Al Quirinale – aggiunge l’ex premier – deve esserci una personalità nella quale gli italiani riconoscano il meglio di sé, della quale siano fieri. E che il mondo, ma soprattutto l’Europa, vedano come un interlocutore affidabile, autorevole e impegnativo”.
Poi, una tiratina d’orecchi al segretario del Pd e al suo esecutivo: “Renzi, che si è mosso fin dall’inizio con grande determinazione, si è concentrato anch’egli su una misura certo popolare ma finanziariamente molto impegnativa (gli 80 euro), che non pare avere sortito gli effetti economici sperati ma ha seriamente condizionato l’insieme delle scelte del governo. E ha ritenuto, in alcuni passaggi, di dare la priorità alle riforme istituzionali rispetto alle riforme economiche per la crescita, a mio giudizio più urgenti”.
Infine, Monti esprime il proprio parere anche sul Patto del Nazareno, colonna portante del governo Renzi, e sulle polemiche scatenate dalla norma “Salva Berlusconi”: “Mi sembra fondamentale che ci si attenga a metodi corretti e trasparenti”, dice Monti riferendosi all’asse Pd-Forza Italia per le riforme. “Nei giorni scorsi si è ipotizzato che uno specifico provvedimento fiscale, con implicazioni di ordine penale ed elettorale, possa essere stato introdotto in ossequio ad un presunto accordo del genere nazareno. Un Paese civile non può convivere con questi sospetti. Il danno alla credibilità dello Stato è enorme”, conclude l’ex commissario Ue.