Si fanno sempre più critiche le spaccature interne al movimento 5 stelle e all’orizzonte si profila la nascita di un nuovo momento formato principalmente da fuoriusciti. Lo rivelano gli inaspettati avvenimenti di questo ultimo periodo con l’annuncio dell‘abbandono del movimento da parte di Miriam Amato, candidata sindaco per il comune di Firenze per i 5 stelle e la forse non casualmente contemporanea intervista rilasciata a Repubblica dall’ex deputato M5S, Massimo Artini, nella quale rivela di star lavorando alla nascita di un movimento alternativo.
Miriam Amato attraverso un comunicato stampa ha spiegato le ragioni che l’hanno portata a maturare la sofferta scelta di abbandonare il movimento a cui aveva creduto. Nel comunicato la Amato non rinnega affatto le proprie origini spiegando le ragioni per cui ha aderito al movimento guidato da Beppe Grillo; tuttavia l’ex candidata sindaco non condividendo affatto quella che a suo avviso costituisce una deriva rispetto ai principi iniziali, si sofferma sugli attuali problemi del movimento sottolineando in particolare come le rivalità interne stiano paralizzando l’azione dei pentastellati.
“Oggi guardo al M5S e vedo tanta rivalità interna: correnti, scontri tra gruppi locali, accuse, polemiche continue. In alcuni casi le maggiori energie vengono impiegate per demolire il “compagno di banco” piuttosto che realizzare gli obbiettivi del MoVimento: dare un vero potere decisionale ai cittadini e mandare a casa tutti i responsabili di questo disastro.” Amato non si riconosce più nei principi del movimento e per questo ha deciso di abbandonarlo: “Le ultime settimane sono state scioccanti. In poche ore è stata stravolta la natura stessa del M5S, trasformandolo in quello che abbiamo sempre negato di poter diventare: un partito!”
Parallelamente a questa illustre defezione il valdarnese Massimo Antini, espulso dal movimento a fine novembre intervistato da Repubblica si toglie forse qualche sassolino dalla scarpa dichiarando a proposito del movimento: “E’ destinato ad un declino progressivo. Forse neppure tanto lento: le elezioni regionali saranno un banco di prova che stupirà, un po’ come ha stupito in Emilia e Calabria. La raccolta di firme per il referendum antieuro qui a Firenze non ha superato le 280 firme. Vorrà pur dire qualcosa, no?” e nel contempo dichiarando di voler fondare un movimento alternativo: “in stretta coerenza con i principi originari dei 5 Stelle.”